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Aprire un bar nel XXI secolo: licenze ed avviamenti

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Vi siete mai chiesti cosa si cela dietro a un semplice spritz? Aprire un bar nel XXI secolo non è così scontato, ma anzi per farlo si devono di rispettare molte regole e procedure, e addirittura bisogna avere alcuni requisiti soggettivi senza i quali in alternativa non si potrebbe vendere neppure un bicchier d’acqua. Bene in questo articolo sveliamo i segreti e i passaggi fondamentali per poter aprire un bar, conseguire la licenza di somministrazione di alimenti e bevande necessaria per l’avviamento di un bar.

Anzitutto va precisato che ogni Regione e Municipio adotta delle regole a sé che spesso seguono una linea comune. Oggi vorrei parlare delle regole che adotta il comune di Roma per rilasciare la licenza di somministrazione di alimenti e bevande con cui poter aprire un ristorante o un bar.

Ad oggi per svolgere l’attività di somministrazione di alimenti e bevande fuori dagli Ambiti di tutela individuati dal Regolamento Comunale, ovvero principalmente le zone del centro storico di Roma (in quest’area non sono concesse nuove licenze, ma è consentito solo di acquistarne già di presenti, e spostarle in altre vie dello stesso rione) è necessario presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.).

Il Regolamento di Roma Capitale (art. 9 della Deliberazione del Consiglio Comunale n. 35/2010 ) stabilisce la presenza di requisiti strutturali che afferiscono ai locali in cui viene svolta l’attività e che interessano sia la superficie che l’altezza media dell’area destinata alla somministrazione, che deve essere di almeno 3 metri, sia all’area destinata ai servizi igienici ovvero almeno 2 distinti per uomo e donna fino ai 30 coperti ed almeno uno predisposto per disabili, e almeno uno spogliatoio per il personale con un bagno privato. Inoltre si pone particolare riguardo agli spazi dedicati alla manipolazione degli alimenti, che nel caso di un laboratorio con l’istallazione della cappa dovrà essere di minimo 11 mq per laboratorio freddo e di 16 mq per la cucina calda da ristorante, con un soffitto di almeno 2,70 metri.

Viste le numerose regole per aprire un bar è consigliato rivolgersi all’ASL di competenza territoriale per sapere tutti i requisiti in termini di sicurezza, antincendio, elettrico, acustico e sanitario che dovrà rispettare il vostro locale per poter ricevere le autorizzazioni necessarie all’apertura del vostro bar.

Per il rilascio della licenza di somministrazione viene stabilito anche il rispetto di 15 criteri di qualità ai quali è attribuito un punteggio specifico, riconducibili alla professionalità del titolare dell’attività e degli addetti al servizio di somministrazione (criteri n 1 – 2), alle caratteristiche del locale (criteri n. 3 – 10) e alla qualità del servizio offerto (criteri n. 11 – 15).

Per ognuno dei criteri di qualità è stato previsto un differente punteggio: 40, 30, 20, 15, 10, 5. Data la somma totale dei punteggi pari a 200, per aprire un nuovo bar, fatto salva la sussistenza dei requisiti strutturali, deve essere garantito il rispetto di un punteggio minimo che varia a seconda della ZONA di appartenenza A, B o C. In particolare: nella ZONA A, per lo più coincidente con la Città Storica, il punteggio minimo da conseguire è di 170; nella ZONA B, per lo più coincidente con la Città Consolidatail punteggio minimo da conseguire è 155; nella ZONA C, per lo più coincidente con la Città da Ristrutturare e con la Città della Trasformazione, il punteggio minimo da conseguire è 120.

In fine l’apertura di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande è consentita solo a chi è in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali:

  1. a) aver frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti, istituito o riconosciuto dalle regioni (SAB ex REC);
  2. b) avere, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, esercitato in proprio attività d’impresa nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande o avere prestato la propria opera in qualità di dipendente qualificato, o se trattasi di coniuge, parente o affine entro il terzo grado dell’imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dall’iscrizione INPS;
  3. c) essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, almeno triennale, purché nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti.

Detto ciò, ogni volta che entrerete in un bar, sarete consapevoli di quanto sia impegnativo questo lavoro e di come sia importante farlo nel modo corretto per garantire qualità e sicurezza per i clienti. Per questo è fondamentale che ci sia il massimo rispetto per questo settore che ha un ruolo così importante nella società, sia da chi lo vive come cliente, sia da chi decide di investire tempo e denaro, perché è un mestiere che richiede amore e passione.

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