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Bambini e locali pubblici: ecco la soluzione!

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Uno dei punti sui quali i pubblici esercizi dovrebbero puntare è l’accoglienza, concetto che davvero può fare la differenza tra un locale e l’altro.

Ultimamente si parla molto del problema dell’accoglienza dei bambini in bar e ristoranti. Spesso, però, accoglienza sembra un concetto astratto, e non si sa bene a chi si dovrebbe accogliere. In particolare, il target più difficile da approcciare è quello della famiglia, bambini e genitori. Accogliere vuol dire accettare, approvare, e riguarda quindi una manifestazione che il gestore, il barista e il ristoratore devono proiettare verso l’esterno, per far sentire subito il cliente a proprio agio.

Diversi sono i metodi e i percorsi per creare consapevolezza alimentare anche nei bambini

In un periodo di crisi come quello attuale, chi gestisce un locale dovrebbe capire che il saper accogliere è un parametro di competitività e perfino di reddito e, come detto, riuscire ad intercettare e capire i bisogni di genitori e bambini vuol dire fare un vero e proprio discorso commerciale. Ricordate sempre che i genitori scelgono un locale in base a: qualità dei prodotti, fruibilità da parte dei bambini, ambiente adatto e massima ospitalità. Agire tenendo a mente questi fattori vuol dire fidelizzare i genitori ed agire sulla loro propensione al consumo. Alcuni percorsi di formazione si concentrano oggi proprio sul far apprendere ai gestori tecniche e metodi per accogliere famiglie e bambini. Il Metodo Edueat è stato ideato dal Laboratorio delle Idee in collaborazione con l’Università di Macerata, ed è un sistema integrato che coinvolge tutti gli attori che mediano il rapporto dei bambini con il cibo (famiglie, scuole, operatori della ristorazione, medici e enti pubblici), strutturando e personalizzando percorsi di educazione alimentare, ognuno con il proprio linguaggio e i propri strumenti, a seconda del tipo di destinatario. Edueat ha creato un vero e proprio decalogo per l’accoglienza:

1 Il bambino è l’invitato speciale
2 Tutti siamo stati bambini
3 Chi ha successo con un bambino lo avrà con il resto del mondo
4 Tra genitori e figli non mettere il dito ( ma solo cibo di pace!)
5 Il “bambinese” è la lingua del menù di successo
6 Il menù bambini è la soluzione migliore quando sono fallite tutte le altre
7 Ogni bambino ha il suo piatto, ogni menù ha il suo bambino
8 Ogni bambino soddisfatto è una sfida e una vetta
9 L’accoglienza dei bambini: questione di feeling
10 Diamo spazio a i bambini

A Macerata, il 10 febbraio, un convegno sull’educazione alimentare

Partendo da tutto ciò, Edueat ha creato una sorta di Manifesto per un’educazione alimentare consapevole di bambine e bambini nella famiglia e nella scuola. Alla base, la conoscenza dei riflessi di quel che si mangia sulla salute e l’utilizzo di un approccio sensoriale alla degustazione. La strada scelta è quella del rapporto diretto con i produttori e i trasformatori di cibo locali, così da creare relazioni e conoscenza di tradizioni e territorio. Importante, quindi, creare una cultura alimentare basata sulla scoperta e sul gioco che abbracci più discipline.

Proprio sull’argomento, il 10 febbraio prossimo all’Università di Macerata si organizza il convegno “Per un’educazione alimentare di qualità: Nuove idee e strumenti”. Una giornata di approfondimento rivolta agli operatori di settore e un’occasione per i gestori di locali pubblici per avere nuovi spunti sul tema dell’accoglienza.

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