Si chiama Gourmet & Savory il nuovo trend del bere mix. Tra gli ingredienti ci sono anche alimenti come salmone, caviale, erbe che sminuzzati diventano componente liquida del drink. Numerosi i sostenitori in Usa e Gran Bretagna.
Arriva dagli Stati Uniti e da Londra l’ultimo trend in fatto di cocktail e si tratta di una nuova categoria: Gourmet & Savory. Sono drink che hanno come filosofia di base l’utilizzo di erbe aromatiche, nettari, marmellate, verdure, aceto balsamico, microporzioni di alimenti quali salmone, ostriche, caviale. La sfida è quella di creare gusti e abbinamenti nuovi che si ispirino alla cucina contemporanea, ma che siano liquidi al cento percento. Unica eccezione microparticelle solide che scivolano sul palato senza dover essere masticate. In questo contesto anche la decorazione del drink trova nuove regole e capricci. Non solo frutta e verdura, ma anche carne, pesce, uova, praline dolci e salate e via dicendo. Drink ricercati per promuoversi Molte ispirazioni possono essere dettate anche dalla pasticceria: in questo caso l’obiettivo è rendere liquido un dessert solido. Si può quindi pensare e lavorare su concetti classici quali il tiramisù o la classica crostata di frutta per arrivare a intuizioni più contemporanee. Drink ricercati per promuoversi Una ricerca di nuovi sapori, questa, che si colloca in un concetto più ampio: quello del cocktail building e del signature drink. Ossia la tecnica di costruzione di una bevanda miscelata con l’obiettivo di utilizzare il drink inventato come prodotto che promuove l’immagine del locale. Il cocktail building segue una serie di regole che possono essere racchiuse in quattro parole chiave: perché, per chi, per quando, dove. Perché inventare una nuova ricetta? Le risposte che possono aiutare nella costruzione del cocktail sono: per coinvolgere, divertire, trasgredire, stupire, distinguersi, seguire un trend, seguire le stagioni, rispondere a un’esigenza, giocare, variare un tema, elevare l’immagine del locale, spingere un prodotto, dedicare (a qualcuno o a qualcosa), celebrare (una festa, una persona, un momento), un concorso. Una o più di queste risposte sono la chiave per iniziare a pensare alla struttura del cocktail. La seconda domanda è “per chi?”. Per i media? Per clienti abituali? Per nuovi possibili clienti? Per un target femminile, maschile, misto, per quale tipologia di persone, per quale età? La terza domanda è “per quando?” In quale momento della giornata proporre questo drink? A tutte le ore, mattina, pomeriggio, aperitivo, dopo pasto? Ultima domanda “dove?”. Ossia, in quale bicchiere o altro contenitore sarà servito il drink? Ottenute le risposte, e avendo a disposizione una perfetta linea guida, non resta che scendere nella parte pratica e scegliere gli ingredienti, la decorazione, il metodo di preparazione, il metodo di servizio, il nome, le tecniche di presentazione e di vendita. Seguendo la teoria del cocktail building è nata la categoria Gourmet & Savory cocktail che ha tra i suoi massimi esperti due guru: Francesco Lafranconi, mixologist dell’anno 2008 negli Stati Uniti con base a Las Vegas e Salvatore Calabrese, presidente dell’associazione barman inglesi, nonché titolare del famosissimo Salvatore at Fifty a Londra.