Tutti coloro che mi conoscono per il mio lavoro di beer taster, mi aggiornano sempre quando acquistano e bevono birre artigianali.
Commentano, senza ricordare i nomi delle birre stesse… BUONE!!! AVEVANO UN GUSTO PARTICOLARE!!! Poi arrivo io e smonto ogni loro aspettativa birricola, causata dalla innata e secolare ignoranza italiana sulla birra, spiegando e dimostrando quale schifezza avevano ingerito.
Oggi assistiamo ad un veloce e costante aumento di produttori di birra artigianale in Italia, che è totalmente e inversamente proporzionale alla cultura e all’esperienza sulla birra del popolo italiano. Poi li vedi felici di aver comprato bottiglie e bottiglie di birra artigianale da condividere con gli amici, senza sapere esattamente quello che hanno comprato e con il rischio di aver preso una fregatura.
Da un po’ di tempo, gli esperti del settore propongono corsi di specializzazione, corsi di formazione, perché va di moda, con paroloni e degustazioni di birra che non fanno altro che ubriacarti e svuotarti il portafoglio, con la scusa che dobbiamo imparare molto su un moderno prodotto tipico come la birra artigianale italiana, che italiana non è. Questioni di stile.
Il tutto sta diventando un circolo vizioso…non c’è equilibrio in tutto ciò…non è necessario creare sciami di confusi degustatori di birra, ma è necessario creare consumatori consapevoli di birra. La gente acquista birra con il denaro guadagnato dal proprio lavoro, quindi merita di conseguenza di stappare e consumare vera birra e di qualità. È il diritto di ogni consumatore.
Come facciamo? Dicendo la verità sulla birra e sulle birre. Il popolo italiano, per esempio, si vanta della propria cultura ed esperienza che ha sul vino, dimostrare se è buono o cattivo, se di qualità o meno, distinguendo le differenze tra le varie annate, discuterne il valore e il prezzo etc… Sulla birra non ci riesce. Facciamo in modo che acquisisca la stesse capacità critiche che hanno per il vino, anche per la birra, con l’augurio di un brindisi meritato e consapevole a tutti.