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Domenico Zanotti: la sua storia dalla gavetta al successo

Storie al bar è uno spazio dedicato a voi barman e baristi che da sempre lavorate dietro al bancone e a stretto contatto col cliente. Oggi ha voluto raccontare la sua storia a bar.it Domenico Zanotti, che ama aprire il suo racconto con una frase: Come diceva l’avvocato Gianni Agnelli…“Nella vita si incontrano tre cavalli bianchi”.

Storie al bar nasce da un’idea di Peppino Manzi. Da molto tempo Peppino aveva in mente questo progetto per dar voce ai suoi ex giovani apprendisti barman del Cluny Piano American Bar e ai suoi ex allievi di scuola divenuti poi professionisti, poi aperto anche a tutti i barman, che potessero ricordare i primi anni della loro carriera delle vostre storie, delle vostre esperienze e lanciare un messaggio d’incoraggiamento ai giovani futuri barman.

“Mi chiamo Domenico Zanotti e questa è la mia storia professionale.

Nasco nel gennaio 1961 a Conselice, un piccolo paese in provincia di Ravenna. Ero solo un bambino quando entrai nel mondo del bar: i miei genitori infatti gestivano quello del paese, in un mix di bravura e simpatia da parte di mia mamma e di mio zio.

Fu durante gli studi alla Scuola Alberghiera di Riolo Terme che incontrai il professore Peppino Manzi, il mio primo cavallo bianco, colui che mi fece capire la vera essenza del nostro lavoro, in un periodo in cui il bar era un semplice reparto della sala. Grazie a lui ebbi subito l’opportunità nell’estate del 1980 di cimentarmi in uno dei primi American bar d’Italia, il Cluny Bar di Milano Marittima. Peppino, nonostante fosse un autodidatta, aveva una visione improntata sul futuro, come l'idea di affiancare il food ai cocktail e all’accompagnamento musicale.

Dopo aver portato a termine il servizio militare nel 1983, lasciai la Romagna per approdare a Riva del Garda, nel già rinomato Hotel du Lac et du Parc. Fu qui che incontrai il secondo cavallo bianco, Tony Micelotta. Per me non fu solo un superiore, non solo un collega, ma anche una fonte d’ispirazione dentro e fuori l’ambiente lavorativo. Tecnicamente era perfetto, anche senza Jigger. Diceva sempre “nel nostro mondo non c’è nulla da imparare ma solo da capire”. Devo sicuramente a lui il mio stile, il mio comportamento e la mia eleganza, dalle scarpe inglesi agli abiti sartoriali. Era una persona molto esigente con sé stesso e con chi era al suo fianco. Una sera, in un locale della città, mi presentò il presidente Giorgio Fadda, un barman dalla personalità talmente forte che avrebbe potuto emulare pure James Bond.

 

È grazie a personaggi di tale spessore che capì che questa professione avrebbe accompagnato tutta la mia vita. Partì così nel 1984, destinazione Ritz di Londra. Due anni dopo, quando salutai la capitale inglese con più esperienza e finalmente una buona padronanza della lingua, tornai con Tony al Grand Hotel di Gardone, dove completai la mia maturazione professionale. Nel 1992 mi stabilii definitivamente a Riva del Garda con mia moglie Marta ed iniziai come capo barman al du Lac. Nello stesso anno ebbe inizio un’altra avventura, al Badrutt’s Palace di Saint Moritz. Per vent’anni alternai la vivace estate rivana al bianco e magnifico inverno svizzero. Fu qui nell’Engadina che incontrai il mio terzo cavallo bianco, uno dei barman più conosciuti al mondo, Mario Dacomo.

Non solo ebbi l’opportunità di fargli da spalla per dodici anni, ma anche il privilegio di succedergli alla fine della sua carriera, al Reinessance Bar. Questo storico bar a mezzogiorno era un vero e proprio ristorante, con un servizio informale alla lampada frequentato dai personaggi più illustri di St Moritz. Il pre dinner era invece caratterizzato dai clienti dell’albergo in smoking e abito da sera. Mario mi ha insegnato l’importanza del mestiere nel lavorare duramente ma sempre con allegria ed il massimo rispetto verso i clienti, da lui definiti come i nostri veri datori di lavoro.

Nel 2012, ancora con l’energia di un ragazzino, accolsi la sfida come responsabile del Balì Bar e Tremani Bistrot, all’apertura del primo cinque stelle lusso trentino, l’hotel Lido Palace di Riva del Garda. In questa perla sul lago non si può che apprezzare il perfetto connubio tra un buon cocktail, cibi tipici e ricercati e live music, il tutto con una vista che non stanca mai, servendo i clienti come vorremmo essere serviti noi. Se ripercorro la mia carriera, posso dire che oggi tante cose sono cambiate rispetto a quarant’anni fa, ma alcuni ideali a cui ho sempre creduto devono restare invariati, per far sì che questo rimanga il lavoro più bello che esista: educazione, eleganza e piacere nel dare servizio al cliente. Sarò per sempre grato a chi mi ha dato la possibilità di mettere a frutto tutto ciò che i miei maestri mi hanno trasmesso, con la speranza un giorno di essere anche io un cavallo bianco per il prossimo.

Ecco una frase che vorrei dedicare a tutti i lettori: “La magia dell’essere barman: stare fermi mentre il mondo reale ti ruota intorno”.

Voglio poi presentarvi un cocktail che ho dedicato a Pep Guardiola.
Si chiama Pep Royale.

Ingredienti:
25 ml liquore st Germain
15 ml Solerno ( liquore di arance rosse Sicilia )
Mix di frutta fresca : 1/2 passion fruit , frutti di bosco e pesca bianca
Top con Dolomiti Pojer e Sandri Rosè

Preparazione e servizio:
Versare tutti gli ingredienti tranne il vino all’interno dello shaker, con il Muddler pestare e creare una purea con la frutta fresca, agitare vigorosamente fino ad ottenere la diluizione e la temperatura desiderate. Versare nel bicchiere e riempire con ghiaccio cubo. Finire con un top di Dolomiti Pojer e Sandri Rose.
Bicchiere: Baloon da vino rosso stile Bordeaux
Guarnizione: spicchio di pesca fresca, mora fresca e ramoscello di menta
Cannuccia naturale in fibra di mais

Questa rubrica vuole essere una sorta di contenitore delle vostre storie di vita ed anche delle vostre ricette più importanti. Di volta in volta daremo spazio ad un barman che racconterà la propria storia umana e professionale e che ci dirà, con un aforisma, il suo modo di vedere questa straordinaria professione.

Gli articoli saranno pubblicati qui su bar.it

Per ogni articolo, appunto, troverete foto del barman aforisma e una sua ricetta “cavallo di battaglia”. Alla fine di questo percorso, raccoglieremo tutte queste esperienze in un volume: “Storie al Bar” e-book e cartaceo.

Se volete raccontare anche voi la vostra storia e la vostra carriera, potete inviare una mail a bar@bar.it indicando come oggetto Storie al bar. Ricordate di:

Indicare nome e cognome, luogo di provenienza;
Allegare il file con le domande a cui rispondere per realizzare l’articolo (POTETE SCARICARE IL FILE QUI)
Scrivere l’aforisma che vi rappresenta
Allegare una o più foto che vi rappresentano negli anni di lavoro
ricetta e spiegazione di un vostro cocktail con relativa foto

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