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Falso olio extravergine: i ristoranti sono le vittime!

falso olio extravergine

Si sta molto discutendo in Italia sulla truffa del falso olio extravergine che viene invece venduto come prodotto di prima qualità. Le prime vittime di questo raggiro sono gli oepratori del settore e i ristoranti in particolare. Ecco la posizione di Fipe sull’argomento.

Il Vicepresidente Cursano: “Il tappo antirabbocco non è sufficiente. Servono più controlli nella fase di produzione, imbottigliamento ed etichettatura” 

“Se vogliamo combattere il fenomeno delle frodi alimentari, a cominciare da quelle sul falso olio extravergine, è indispensabile effettuare una serie di controlli serrati che coinvolgano l’intera filiera produttiva. Chi pensa di poter risolvere il problema soltanto imponendo ai ristoratori di servire al tavolo oliere con il tappo antirabbocco, guarda la pagliuzza e ignora la trave. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, l’olio contraffatto arriva nei ristoranti già imbottigliato ed etichettato. Senza un controllo a monte, il tappo antirabbocco diventa inutile”.

Così Aldo Cursano, Vicepresidente vicario della Federazione italiana dei pubblici esercizi (FIPE) e Presidente toscano, commenta l’operazione dei Nas di Firenze che ha portato alla scoperta di una maxi truffa alimentare del falso olio extravergine, con circa 50 tonnellate di olio di semi appositamente contraffatto e venduto a ristoranti ed esercizi commerciali come extravergine d’oliva.

“E’ gravissimo che ci sia anche un ristoratore coinvolto in questa inchiesta – aggiunge Cursano – se le accuse dovessero essere confermate saremmo davanti a un danno enorme per l’intera categoria. I ristoratori sono infatti le prime vittime delle frodi alimentari, che finiscono per compromettere il fondamentale rapporto di fiducia con i clienti. Per questo noi siamo i primi a invitare tutti gli esercenti a rispettare le normative vigenti sull’utilizzo del tappo antirabbocco. Ma non basta. E’ indispensabile adottare nuove tecniche di investigazione a monte, in modo da mettere in condizione il ristoratore di non avere dubbi sulla provenienza di un determinato prodotto e sulla veridicità di quanto riportato sull’etichetta. Sono certo che il neo ministro Bellanova saprà darci risposte importanti su questo tema cruciale”.

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