I Rum sono diversi tra loro, soprattutto per diverse tecniche usate nel processo produttivo. Ovviamente raggrupparli tutti è molto difficile, però ciò che è importante sapere è che i rum si dividono prima ancora che per nazione, in base allo stile produttivo. In questo caso la discriminate fondamentale è la scelta delle materie prime da distillare. I rum agricoli prodotti con succo di canna da zucchero vergine e i rum industriali ovvero quelli che utilizzano la MELASSA (sottoprodotto della lavorazione dello zucchero). La melassa contiene zuccheri fermentati anche se in materia minore del succo vergine, ma ha doti di maggiore conservazione nel tempo. Le tipologie dipendono anche dalla quantità di zucchero che si utilizza. Oggi la produzione di rum è cambiata, i produttori combinano materie prime e tecniche cercando di intercettare il gusto dei consumatori.
Anche il professionista (barman, rivenditore) deve fare acquisti mirati da proporre alla propria clientela. Cerchiamo quindi di definire una mappa “merceologica” di come un rum si acquista e si propone al cliente:
RUM CHIARI: usati per cocktail che hanno bisogno di un rum neutro. Gusto neutro, prezzo basso.
RUM DORATI: si usano per cocktail dal sapore pronunciato. Sì bevono anche lisci, hanno un buon sapore e una persistenza in bocca breve.
RUM INVECCHIATI O PREMIUM: invecchiati a lungo da 7 anni in su. Colore ambra o legno scuro, sapore ricco e intenso. Processo lungo e costoso, quando raggiungono i 25 anni di invecchiamento sono denominati XO (extra old).
OVER PROOF: rum molto forti, imbottigliati spesso a grado pieno (alta gradazione alcolica con cui escono dalla distillazione senza aggiunta di acqua).
RUM SPEZIATI: da qualche anno in voga nei bar, in genere sono rum chiari a bassa gradazione a cui vengono aggiunti infusi di frutta o altri prodotti per dare loro un profumo particolare.
CREME DI RUM: secondo molti non possono definirsi rum ma vanno molto per la maggiore. Hanno una gradazione alcolica molto bassa rispetto agli altri rum.