Vini, vini frizzanti, spumanti e champagne hanno assunto un ruolo importante durante l’ora dell’aperitivo. A fianco degli aperitivi tradizionali si è sempre più diffusa la moda di far precedere il pranzo con un vino, moda che fino a poco tempo fa era tipica solo di alcune regioni italiane.
Le regioni più abituate per tradizione vinicola erano il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e così la Lombardia, che al vino bianco si aggiungeva, già da tempo, alcune gocce di amaro. Moda divenuta oggi ovunque di gran tendenza bere uno “spritz” così come bere il vino rosso durante l’ora dell’aperitivo. Grazie all’intelligente propaganda dei produttori, anche in altre regioni si consuma con piacere come aperitivo il vino bianco o rosso e sempre più vini frizzanti e spumanti, dando la giusta valutazione al prodotto della propria regione.
Rispetto alle classiche bevande miscelate a base di liquori, il vino presenta il vantaggio di essere meno alcolico e di accompagnare meglio la gran varietà di salatini proposti durante l’aperitivo. Il vino all’aperitivo è bene che sia bianco, secco, non troppo alcolico (dai 10° ai 12°), sapido (ricco di sapore e gusto), fresco e beverino (gradevolmente fresco e leggero). I più completi, sotto l’aspetto organolettico, sono lo Champagne e lo Spumante Brut, proprio, anche, per il contenuto d’anidride carbonica naturale. Va considerato che il vino come aperitivo costituisce un capitolo a sé, indipendentemente dal pasto, e così non va ad infrangere le regole della successione: un vino più leggero precede il vino più alcolico e vigoroso. Appunto per questa ragione sono bevuti e serviti anche vini liquorosi secchi, tipici sono lo Sherry Wine Fino o Manzanilla, il Porto Ruby e Tawny e il Marsala Vergine. Fondamentale è servire vini di carattere, anche aromatici e con una nota d’originalità. Gli spumanti e Champagne Brut, essendo vini versatili, potrebbero essare bevuti fino alla conclusione del pasto, escludendo certi piatti particolarmente salsati e grassi.