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La “cultura del Whisky”…ma esiste ancora?

degustare il whisky bar.it

Ricordo con un po’ di nostalgia i tempi del mio American Bar Claridge, quando il Whisky era una “scienza” e i clienti erano veri intenditori. Una collezione di oltre 900 etichette servite alla mescita, bicchieri venduti a prezzi altissimi, però all’epoca si riusciva davvero a fare “cultura” del bere, del servizio e del prodotto.

Storica immagine di Wladimiro Foddi tra le sue creazioni allo storico Claridge, uno dei primi American bar italiani

Il Whisky è spesso visto come una bevanda da “uomo”, che trasuda mascolinità, forza e potere. Le cose, però, stanno cambiando, e se da un lato i veri intenditori stanno diminuendo, dall’altra parte si nota un aumento della clientela femminile. Il mondo del Whisky è ampio e variegato, e se l’avvicinamento non risulta essere graduale e professionale si rischia di far confusione. Le basi sono chiare: il Whisky è una bevanda realizzata con malto d’orzo invecchiato in botti e di solito viene raggruppato in due categorie: single malt e blended Whisky. Il primo si usa per far riferimento a bevande distillate in distilleria, mentre con blended si fa riferimento a miscele di whisky di età diverse.

Due etichette nella collezione di Miro

Una certa confusione regna tra le due grafie, Whisky e Whiskey. Il primo viene dalla Scozia, mentre il secondo da Irlanda e America. Ricordate che anche lo Scotch è un prodotto scozzese.

Il Whisky va degustato innanzitutto: si inizia a bere con il naso, e con un semplice soffio si può iniziare a prevedere ciò che riserverà il sapore. Sorseggiate e assaporate in bocca, rivestite il palato con la bevanda per viverla pienamente.

Qui troverete una gamma di sapori diversi, e darete spazio al gusto personale, nonché al potere del retrogusto. In questo senso è fondamentale il valore dell’acqua che accompagna il Whisky, in grado di aprire universi di sensazioni. Potete quindi berlo aggiungendo gocce d’acqua o ghiaccio, ma non provate mai ad aggiungerci altre bevande!

Una parentesi va aperta sulla nuova tendenza dei Whisky giapponesi, che risultano più dolci e leggeri di quelli scozzesi; più accessibili, lisci e bevibili insomma. Ecco perché l’Asia sta diventando la nuova frontiera del Whisky.

Miro con alle spalle la sua whiskyteca dove erano esposte alla mescita oltre 900 etichette di gran pregio

Cambiano le frontiere e cambiano i clienti. Non esistono più i “nobili del Whisky”, e i veri intenditori hanno lasciato il posto a qualche appassionato e a molti personaggi che vogliono riproporre in chiave moderna i tempi andati, magari collezionando Gin e volendo fare cultura abbinandoci acque toniche di diverse marche.

No, noi non siamo di questa idea, convinti che il ritorno alla vera cultura passi per l’approccio chiaro, semplice e professionale con il cliente e perché no, anche da un po’ di nostalgia.

VLADIMIRO FODDI è il Signore dei barman. Nato a Urbino nel ’46, ormai da oltre 50 anni è maestro nel mondo del bar, degli chalet e degli alberghi. Dagli inizi ad Ascoli con il grande Lucio Sistilli, ha lavorato nei migliori locali tra Ascoli, Tivoli, Rimini, Riccione e San Benedetto del Tronto, dove è stato protagonista al famosissimo Claridge Bar. Dopo un periodo sfortunato torna sulla cresta dell’onda riaprendo il Fitzgerald, altro splendido locale ispirato a “C’era una volta in America, con piano bar e pista da ballo. Ancora oggi delizia i suoi clienti con la sua estrema conoscenza e professionalità. MATTEO D’ERCOLI è un ragazzo giovane e solare che frequenta la Scuola Alberghiera di San Benedetto del Tronto. Ha intrapreso da poco l’arte del barman, grazie al Maestro di vita, Miro.
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