Forse in pochi lo sanno, ma il settore della lavanderie dell’ospitalità è uno di quelli con i maggiori incrementi di mercato degli ultimi anni. Cerchiamo quindi di scoprire numeri e motivi di questo successo.
Un lavoro che avviene dietro le quinte e non si vede se non nei risultati, ancora di più quando è fatto male: è quello delle lavanderie per l’ospitalità. Una “macchina da guerra” che coinvolge in Italia 1174 lavanderie industriali con un giro d’affari di 1,62 miliardi di euro. La maggior parte delle realtà aggregate in tre sole Regioni: la Lombardia in primis con il 15,7% del totale, seguita da Lazio e Campania. Insieme alle oltre 12.000 lavanderie di prossimità generano un giro di affari di circa 3,5 miliardi di euro secondo i dati rilasciati in occasione dell’ultimo EXPO detergo. Nel quale è emerso come oggi l’Italia esporta in media il 70% delle macchine prodotte, con picchi che superano l’80% nei settori stiro e secco.
Del resto basti pensare alle esigenze davvero ingenti del mondo dell’ospitalità per capire la portata di un settore che, solo in Italia, ha potenzialmente da lavare le lenzuola e gli asciugamani di 2,2 milioni di posti letto presenti nelle strutture alberghiere (dati Istat-Federalberghi) ma anche uniformi e grembiuli, tovaglie e tovaglioli utilizzati nei circa 200.000 ristoranti (fonte: Unioncamere, 2017).
È un settore, quello delle lavanderie per l’ospitalità, che sembra antico (la lavandaia al fiume e l’Assommoir di Zola vengono in mente più di una macchina futuribile) ma che in realtà sta evolvendo grazie alla semplificazione del controllo dei processi, a nuove formule di igienizzazione e alla sempre più diffusa applicazione dell’Internet of Things a macchine e sistemi gestionali. Tanto che in ricerca e sviluppo le aziende investono fino al 10% del proprio fatturato.
Quanto al resto del mondo secondo Statista il commercio delle macchine per lavanderie industriali negli Stati Uniti, dopo una fase di decremento negli anni 2009 e 2010, è sempre cresciuto anno dopo anno e si prevede che raggiungerà nel 2020 gli 8,72 miliardi di dollari.
Allo stesso tempo diminuiscono gli impiegati: considerando il caso del Giappone, sempre Statista registra un costante calo dell’impiego che dai 59.890 addetti nel settore lavanderie del 2007 è sceso ai 43.650 del 2016.