Cannoli siciliani, Minni di Virgini, Cassata della tradizione catanese, l’intrigante Torta Deliziosa ricoperta da morbida pasta di mandorle e persino l’opulento Trionfo di Gola descritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nelle pagine del suo romanzo Il Gattopardo, adattato ad opera cinematografica da Luchino Visconti, appaiono con evidenza tra le tante ghiottonerie al profumo di Trinacria esibite in vetrina dal maestro Salvatore Lo Faro, dolciere in Ancona dal 1976. Nello storico laboratorio artigianale inerpicato sul declivio di ponente del rione Passetto nella Città dorica, Salvatore Lo Faro da vita a reali capolavori dell’arte pasticciera che si mostrano con compiacimento alla vista ammirata degli avventori più esigenti e delle tante celebrità che nello scorrere del tempo hanno varcato la soglia del rinomato empireo della dolcezza.
Ben tre pontefici, cardinali, la Regina Elisabetta d’Inghilterra, personaggi dello spettacolo e della cultura hanno apprezzato le sue creazioni contribuendo ad accrescere notevolmente il blasone della nota dolceria anconetana, le cui pareti sono tappezzate con orgoglio da una moltitudine di solenni attestati, riconoscimenti ufficiali, fotoriproduzioni e lettere che esprimono gratitudine per l’operato profuso.
Sculture in pasta reale maneggiate lungamente per dar forma ad iconici prototipi di note aziende, come il modello di una antica Fiat F-2 dell’inizio del secolo scorso, torte monumentali per celebrare degnamente ogni avvenimento memorabile rendono ancor più prezioso l’assortimento di prodotti espressi dall’arte dolciaria dell’eclettico pastelliere.
Pan di Spagna imbevuto con bagna a base di rum, farcito con composta di pistacchi, ricoperto con uno strato di pasta frolla spalmato di crema di ricotta al profumo di cannella e con uno strato di biancomangiare al latte o alle mandorle, sormontato da un piano sottile di pasta di mandorle e decorato da canditi, cioccolata, uvetta e granella di pistacchi …; più che un Trionfo di Gola, un vero tripudio per i sensi!
http://www.salvatorelofaro.it/
Eva Kottrova