Qualità di ‘artigiani del cibo’ spinge export e consumi interni di food made in Italy. Nel 2016 record vendite all’estero: 30,9 mld. Per dolci natalizi 381 mln, + 1,5% in 1 anno. A dicembre 14,7 mld i consumi interni di alimenti. Per prodotti artigiani spesa di 5,6 mld.
Ma il boom di crescita dell’export nel 2016 si registra in Spagna che ha comprato il 19% di dolci in più rispetto al 2015. Seguono la Germania con il 18,4% in più, la Polonia con il +18,3% e la Svizzera (+15,3%). Secondo il rapporto di Confartigianato l’aumento dell’export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all’estero di prodotti alimentari made in Italy registrato tra gennaio e settembre 2016: ben 30,9 miliardi, il 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Le festività natalizie, stimolano anche gli acquisti dei nostri connazionali: a dicembre Confartigianato stima un consumo di prodotti alimentari delle famiglie italiane pari a 14,7 miliardi, il 24,8% in più rispetto alla media degli altri 11 mesi dell’anno. Per i prodotti artigiani, il valore dei consumi a dicembre ammonta a 5,6 miliardi. La Lombardia, con 960 milioni, è la regione che fa registrare il maggior valore di acquisti di prelibatezze artigiane. Seguono il Lazio con 572 milioni e la Campania con 470. A livello provinciale la classifica vede in testa Roma (430 milioni), seguita da Milano (332 milioni) e da Napoli (241 milioni).
Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione di italiani e stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall’Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. L’Italia è leader nell’Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 288, vale a dire un quinto (21,3%) del totale dei prodotti di qualità europei. In testa alla classifica regionale per il maggior numero di prodotti difesi da questi marchi è l’Emilia Romagna (43), seguita da Veneto (34) e Lombardia (31). A livello provinciale primato per Bologna (18), mentre al secondo posto si piazza Brescia (17), e pari merito al terzo posto Cuneo, Ferrara e Siena con 16 specialità a marchio europeo.