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Per gli italiani Horeca è sinonimo di buona qualità della vita

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Gli italiani hanno tanta voglia di convivialità e di fuoricasa. È uno dei dati che emerge dalla prima ricerca Italgrob-Censis, presentata all’International Horeca Meeting, alla fiera di Rimini in occasione di Beer&Food Attraction 2022.

La filiera dell’eating OUT conta 3.800 imprese, oltre 60.000 addetti e un fatturato pre-pandemia di 17 miliardi di euro. In base al rapporto, il 68,9% degli italiani tornerà a mangiare al ristorante o in trattoria; il 65,9% tornerà a consumare aperitivi e ‘apericene’ in wine-bar, enoteche o brasserie. Inoltre, il 21,7% – la percentuale sale al 40,9% per quanto riguarda i giovani – è intenzionato a frequentare di più i luoghi della convivialità: già oggi all’88,4% capita di pranzare o cenare fuori e al 64,5% di incontrarsi con amici e colleghi per un aperitivo. Inoltre, se l’89,1% degli italiani ritiene i luoghi del fuori casa una fonte di lavoro e di reddito, per l’88,3% la presenza di bar, caffè, pasticcerie, enoteche e ristoranti è importante per assicurare la buona qualità della vita mentre per il 68,8% la presenza di esercizi pubblici rende i luoghi più sicuri e frequentabili.

Intervenendo alla presentazione, il presidente di Italgrob Antonio Portaccio , ha sottolineato come il mondo di Italgrob debba essere sempre più partner riconoscibile per l’intero settore. “Occorre iniziare a costruire la distribuzione horeca del dopo emergenza”, ha detto, “e per farlo occorrono investimenti, progettualità e formazione”. Facendo gli onori di casa, il CEO di Italian Exhibition Group Corrado Peraboni , ha messo in evidenza il ruolo centrale delle fiere: “lo sforzo che noi di IEG stiamo facendo è di garantire alle categorie di tornare ad incontrarsi, per esprimere le proprie problematiche e avere nella fiera una cassa di risonanza importante. La vostra categoria rappresenta l’interfaccia fisico tra produttore e consumatore e credo che per favorire il vostro ruolo non ci sia luogo migliore di questo”.

Secondo Massimo Valerii, direttore generale del Censis, per inaugurare una fase nuova per l’economia, “occorre guardare con attenzione maggiore ai consumi interni, recuperando il nostro codice genetico della convivialità e delle relazioni”.

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