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Piña Colada: storia, ricetta e versioni del “cocktail dei pirati”

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La Piña Colada (letteralmente ananas colato) è uno di quei cocktail perfetti per l’estate. Scopriamone insieme qualche segreto, dalla nascita fino alle varianti servite oggi in alcuni dei migliori bar del mondo.

La Piña Colada è un cocktail dolce fatto con rum, succo d’ananas e crema di cocco. Si serve con molto ghiaccio, sia sciolto che tritato, e si può decorare con spicchio d’ananas (a volte caramellato) o ciliegia al maraschino. Trovare le radici di questo drink a base di crema di cocco non è facile, e molte sono le storie raccontate sulle sue origini. La più antica risale al 1800, quando Roberto Cofresì, un pirata, creò una miscela a base di rum bianco e ananas per alzare il morale della ciurma: la prima Piña Colada della storia, la cui ricetta si perse però nel 1825, dopo la morte di Cofresì. Altra versione è quella che vede la Piña Colada creata il 15 agosto del 1954 da Ramon “Monchito Marrero” a Porto Rico, nel bar Beachcombe dell’Hilton Caribe di San Juan. Il barman aveva avuto ordine di realizzare un drink per i palati raffinati dei clienti e, dopo 3 mesi di prove, nacque quella che oggi chiamiamo Piña Colada. Un cocktail che non balza subito agli onori della cronaca, e che diventa famoso nel 1978 grazie alla canzone “Escape” di Rupert Holmes, conosciuta come “la canzone della Piña Colada”.

Storia, ricetta e varianti di uno dei cocktail Tiki più famosi al mondo

All’inizio, infatti, il cocktail a base di crema di cocco ed ananas non era amato né dai clienti né dalla critica, tanto che Wayne Curtis lo classificava tra i peggiori esempi dei cocktail Tiki, fatto per appiattire qualsiasi tipo di rum. Un concetto non molto diverso da quello di Toby Cecchini, barman e proprietario del Brooklyn Long Island Bar: “la Piña Colada negli anni ’70 è diventata simbolo di quei cocktail super cattivi che si ottengono in una tazza di 40 once”. Qualche tempo fa Cecchini ha iniziato a servire Piña Colada in una coupé invece che nel bicchiere tradizionale e, con sua grande sorpresa, la richiesta è cresciuta. “Bisogna rimetterci mano, farlo con cura e trovare qualche piccola novità”; ecco la soluzione di Cecchini.

A Philadelphia, Phoebe Esman dello Yachtsman apllica il metodo del frullatore per la sua Piña Colada, fatta con crema di cocco homemade e ananas fresco, rum Don Q e ghiaccio tritato per ottenere la giusta consistenza della crema. Piccoli dettagli che rendono questo cocktail uno dei pezzi forti del locale, diverso dagli altri: mai usare, quindi, succhi di frutta, ananas in scatola o sciroppi aromatizzati. Stesso discorso all’Oregon Hale Pale di Portland, dove si servono due versioni di Piña Colada, una con rum tradizionale e una con Chi-Chi con vodka; in entrambe sempre ananas fresco e B.G. Reynolds sciroppo Demerara, creato dal proprietario e barman Blair Reynolds: “la ricchezza dello sciroppo aggiunge dolcezza a tutto tondo, e utilizzare ananas fresco dà quel tocco di acidità che esalta il sapore del cocco”

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