Conoscete i pre-batched cocktail? Sono una delle tendenze del momento, drink preparati in anticipo e poi serviti in occasioni speciali o in eventi con un gran numero di persone.
Certo che ai giorni d’oggi l’attesa non è più una virtù, e così alcuni barman preferiscono fare ricorso a strategie furbe per guadagnare un po’ di tempo. I risultati non sono certo confrontabili: lavorare sul momento è sempre meglio, sia per la qualità del prodotto finale e sia per l’immagine che si dà al cliente.
I “professionisti” del settore utilizzano questa tecnica in occasioni in cui è necessario servire un gran numero di bevande in poco tempo, ed i pre-batched cocktail diventano la soluzione, visto che si riduce il tempo di preparazione e di miscelazione. In pratica si utilizzano le bottiglie, preparate precedentemente, si mescolano prima gli ingredienti da servire, o i drink che pensate possano essere i più richiesti durante la serata, si aggiunge poi acqua tenendo conto della diluizione che ci sarebbe stata con il ghiaccio e si raffredda in congelatore a circa -11°C. Il vostro pre-batched cocktail è pronto!
Occhio però alle quantità, che devono essere precise, ed occhio anche alla temperatura di conservazione e all’acqua da aggiungere. Ricordate anche di raffreddare in anticipo i bicchieri e di portare il cocktail preparato precedentemente vicino alla zona di servizio. Tutto molto bello certo, ma siamo sicuri che la professione di barman possa essere rappresentata da questo tipo di soluzione? E siamo sicuri che la quantità di acqua che viene inserita ed i passaggi per la conservazione non causino insorgere di batteri e muffe?
Fare il barman è molto di più che saper dosare ingredienti per un cocktail. Certo, i pre-batched cocktail sono ottimi in situazioni in cui il tempo da perdere è poco, ma crediamo che spendere qualche minuto in più con un cliente valga ancora la pena. Senza considerare poi che per effettuare queste preparazioni occorre un sistema di stoccaggio non indifferente, che la maggior parte dei locali non possiedono. I tempi per la preparazione dietro le quinte poi aumentano, tempo che potreste spendere meglio per studiare una nuova ricetta, per promuovere il vostro locale nei social o per riallacciare un rapporto umano con i vostri clienti.
Chiaro è che, nei miei ricordi fin dagli anni 60, nei buffet o in feste particolari già si usavano i cocktail Ready-to-drink, ma mai e poi mai ci saremmo permessi di servirli al banco di un American-bar come se fossero l’unica e vera alternativa per avere la perfezione in un drink! L’unica cosa a cui tengo è conservare la vera e unica dote del barman, ovvero la sua competenza, la sua dote di capire come servire il drink a quella determina persona, la sua gestualità. Doti che poi servono a creare un’unica anima che contraddistingue un barman dagli altri suoi colleghi!