Che rapporto esiste tra radici e drink? E come vengono utilizzane le radici nei cocktail? Stefano Renzetti ci spiega curiosità e modalità di utilizzo in questo articolo.
La cucina etnica è ormai diventata un elemento globalizzato e anche il mondo del beverage è toccato da queste influenze che regalano appeal alle preparazioni e alle ricette, e che vedono l’utilizzo di radici nei cocktail e negli estratti.
L’utilizzo delle radici nei cocktail non è comunque una novità. Nelle infusioni di alcuni distillati, liquori dolci e amari come Gin e Fernet, è infatti utile per estrarre i principi aromatici. Ci sono così vari modi di estrazione: infusione, percolazione, digestione, macerazione. La scelta dell’una o dell’altra tecnica dipende dalla materia prima e dalla quantità di aroma che si vuole estrarre.
L’utilizzo di radici nei cocktail fa parte di una cultura antica che vedeva appunto l’estrazione di radici, spezie e droghe, soprattutto nel mondo arabo. Nel 1200 poi, al ritorno dei crociati dalla Terra Santa, l’Università Salernitana crea l’alambicco, su indicazione proprio dei crociati.
Con questo strumento si produce acqua ardens e alcol di buon gusto, che veniva poi miscelato con più infusioni. Da sottolineare anche il contributo alla distillazione che diede Michele Savonarola (medico fiorentino e nonno del più celebre riformatore). Lui arrivò a distillare moltissime volte, macerando fiori ed erbe nel composto prima della distillazione finale.
Tra le radici nei cocktail più utilizzate nel mondo del bar ricordiamo la liquirizia e la carota estratta (importante nell’ace). Se nelle ricette da estrattore inseriamo una giusta quantità di radice (in base al gusto), si ottengono preparazioni di alti valori nutrizionali: ravanello, bardana, bietola da orto, rapa, sedano-rapa, cicoria, tarassaco, topinambur, pastinaca, daikon, rafano, zenzero. Tutte radici importanti per centrifugati e ricette.
La nuova tendenza è utilizzare radici nei cocktail che diano nuova linfa e nuova vita aromatica alle preparazioni. Pensate a zenzero e ginger, che con il ginger beer viene ora apprezzato dai clienti. Studiando nuove ricette oggi si può quindi azzardare per cercare nuove sensazioni, grazie anche a strumenti come l’estrattore, che producono elementi con poche fibre ma con grande gusto.