La Sambuca nasce come liquore dolce a Civitavecchia, realizzato a base di anice stellato, finocchio e distillato di fiori di sambuco, che ha un sapore di anice intenso ma al tempo stesso delicato con un leggero sentore di erbe.
Creata da Luigi Manzi nel 1851, e lanciata a livello internazionale da Angelo Molinari a partire dal 1945, la Sambuca è apprezzata non solo per il gradevole sapore e per il raffinato bouquet ma anche per le sue qualità digestive e carminative.
Il Manzi fu uno strano tipo di industriale patriota, che sapeva dimenticare ogni interesse quando si trattava di spedire cassette di liquore in cambio al posto dei quattrini, di opuscoli rivoluzionari che facevano infiammare il cuore degli onesti. Fu sempre pronto a sposare la causa rivoluzionaria per una Italia libera e indipendente. Egli sovvenzionò tanto Mazzini quanto il Regio Governo Sardo, tanto i napoletani esuli a Londra che Giuseppe Garibaldi. Il padre di Luigi Manzi era il proprietario delle attuali “Terme Manzi” di Casamicciola.
La leggenda narra che Luigi Manzi, la cui distilleria era posta in Prima Strada, vicino alla chiesa di S.Maria, in un locale situato sopra il porto di Civitavecchia avesse fatto un foro nel pavimento per introdurre l’alcool di contrabbando; e siccome quel “buco” era da considerarsi veramente “santo”, in quanto gli consentiva di realizzare notevoli risparmi sui costi di produzione, da qui l’idea di immortalare, con un acronimo, l’astuta trovata.
Priva di fondamento è pure la supposizione che il nome derivi da quello della pianta del sambuco: sostengono questa tesi, tra gli altri, il prestigioso Vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli e l’Enciclopedia Universale Rizzoli-Larousse. Il primo definisce la Sambuca: “Liquore, specie di anisetta sciropposa e forte (da sambuco)”; la seconda: “Liquore prodotto nel Lazio, in origine aromatizzato con sambuco (donde il nome) e attualmente con le caratteristiche di un’anisetta particolarmente pastosa”.
Di diversa portata è invece il quesito che riguarda gli ingredienti usati per la fabbricazione della Sambuca, e il loro dosaggio, in merito al quale c’è sempre stato il massimo riserbo da parte sia di Luigi Manzi e dei suoi eredi, che della famiglia Molinari.
Attualmente il liquore viene commercializzato sotto due diversi marchi: Sambuca Manzi, leggermente più secca dell’altra, da considerare la discendente più immediata dell’originario prodotto ideato da Luigi Manzi, con un mercato essenzialmente regionale; Sambuca extra Molinari, conosciuta in tutto il mondo.
La sambuca può essere bevuta in diversi modi: liscia, con ghiaccio, con la mosca (chicchi di caffè), come correzione per il caffè, con acqua o come ingrediente per i cocktail anche la sua estrema dolcezza non permette grandi varianti se non negli “shottini”.
Antonella Ciccarelli