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“Storie al bar” Peppino Manzi e il racconto di una serata speciale!

Si è svolta martedì 1° ottobre, nella stupenda cornice del Grand Hotel Dens Bains di Riccione, la presentazione ufficiale del libro “Storie al bar. Dalla gavetta al ponte di comando”, di Peppino Manzi, il “papà” di tutti i barman italiani.

Peppino Manzi è, ormai da tempo, parte fondamentale della “famiglia” di bar.it. abbiamo ancora il piacere e l’onore di ricevere e pubblicare i suoi articoli ed i suoi contenuti, che sono sempre fonte di riflessione sulla storia di questo mestiere bellissimo e sulla realtà che il mondo del bar sta vivendo.

Quella di martedì è stata una serata/incontro fra i maestri dell’ospitalità e dell’accoglienza: i professionisti barman (i simpatici “Pionieri del Cocktail”), i maître, gli chef di cucina, i concierge o front office e, non da ultimi, i cari amici e sostenitori del buon bere. Ospiti d’onore Giorgio Fadda (Presidente IBA – International bartender Association) e Danilo Bellucci (PR Food&Beverage), mentre la serata è stata condotta da Spiridione Ripaldi.

la splendida compagnia degli amici del Papà di tutti i barman italiani

Storie al bar è un lavoro editoriale davvero particolare, perché nasce da una rubrica e perché vede la partecipazione di tantissimi professionisti che hanno voluto raccontare la loro storia, la loro gavetta al bar e poi l’arrivo al successo. Un lavoro nel quale Peppino Manzi è stato supportato da Fabio Renzetti e, come dicevamo, da ben 42 colleghi. Personaggi che hanno fatto la storia recente della professione dell’ospitare, in particolare sviluppata nel bar. Operatori che hanno raccontato la loro “gavetta professionale”. Non ci sono solo barman, ma anche chef di cucina, maître e camerieri di sala “gli artigiani dell’accoglienza e del buon vivere”.

Luisa Giorni una delle prime barmade della storia del bartending italiano e Sig.ra Manzi

«Sono molti – dice Peppino Manzi – quei colleghi che hanno raggiunto la vetta della carriera professionale, ma in questo libro sono raccontate anche storie di giovani che hanno fatto la loro gavetta con molta passione e con buoni risultati, poi il destino li ha portati a fare altri mestieri, ma qui questi giovani testimoniano l’importanza che ha avuto per loro questo periodo di vita trascorsa con queste esperienze fra i professionisti dell’accoglienza alberghiera e che gli è stato da conduttore di una maturità e buona vita anche in altre realtà lavorative».

da sx a dx Giancarlo Raschi, Giorgio Fadda, Peppino Manzi, Danilo Bellucci

Nel volume vengono ricordate e descritte anche le storie di alcuni giovani che non sono più fra noi, ma che l’autore ha avuto la fortuna di conoscere «Per questo ricordarli non mi è stato difficile, col cuore e il sentimento della riconoscenza, ricreare le loro storie».

Quando gli chiedono quale sia il significato di “Storie al bar”, Peppino Manzi risponde: «Lo scopo è quello di diffondere il contenuto di questo libro fra i giovani che devono scegliere un lavoro per la loro vita. E anche quello di lanciare un messaggio d’incoraggiamento ai giovani futuri barman, motivandoli a intraprendere il lavoro del bar di classe, o altri servizi nell’Ho.Re.Ca. che possono essere una buona professione, ma anche una grande scuola di vita. Spero tanto che questa pubblicazione raggiunga l’attenzione dei giovani, ad esempio di chi frequenta le scuole alberghiere. E io penso di avere la giusta idea per arrivare fino a loro attraverso il sito “bar.it”, se sarò appoggiato dalle varie associazioni di categoria.

Il parterre con tanti personaggi del mondo ho.re.ca.

Leggendoci possono venire a conoscenza di un mondo professionale che li entusiasmi a perseguire questo mestiere dell’ospitalità, che è fatto di sacrifici e fatica (come tanti altri), ma che può farli vivere un mondo particolarmente ricco d’incontri, di differenti popoli, di culture e lingue diverse, località e ambienti, che possono arricchirli di grandi esperienze di vita e, non da ultimo, di buoni guadagni. Tutto ciò che non si raggiunge con un semplice e breve corso di barman, che serve per dare solamente l’inizio a questa ricca professione».

Il Maestro Peppino Manzi mentre firma le copie del suo nuovo bestseller

I numeri del settore alberghiero in Italia sono infatti preoccupanti. Si stima che solo il 10% degli alunni che frequenta Istituti Alberghieri e le scuole regionali IAL rimanga poi a lavorare nel settore. Così l’Italia, che potrebbe vivere in gran parte di turismo, soffre di carenza di personale nel settore dell’accoglienza. «Mi auguro e spero – prosegue Peppino – di essere aiutato a divulgare questo libro, cartaceo ed e-book, nelle scuole alberghiere, nei vari corsi di bar tenuti dai tanti barman in Italia, aiutato dalle associazioni di categoria, dai personaggi influenti che amano essere vicini alla nostra categoria, come l’amico Danilo Bellucci, come il presidente mondiale dei barman IBA Giorgio Fadda, come i presidenti delle varie associazioni che rappresentano i servizi dell’ospitare.

Da quegli amici a cui piace vivere l’eleganza e la qualità di un buon servizio al bar come nel ristorante o in albergo, dove la giusta e raffinata accoglienza sia unita alla buona qualità del drink e del cibo. Vorrei sottolineare la grande importanza della giusta e indispensabile buona accoglienza nei locali pubblici di qualsiasi categoria. E questo perché nel servizio il sapere accogliere ha un immenso valore, a mio parere vale almeno il 50% unito poi al buon bere, al buon cibo e al buon servizio!»

Fabio Renzetti e Peppino Manzi e l’ultimo libro “Storie al bar”

Nel corso della serata, poi, Peppino Manzi ha raccontato la sua di Storia al bar. Dopo una lunga gavetta al bar e in sala, nelle varie città d’Italia e all’estero, nel ’64 riesce ad iscriversi all’AIBES (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori), allora con sede all’Hotel Cavalieri di Milano. A quei tempi era l’unico barman associato in Romagna, con la tessera N° 368. Qui finalmente sogna e determina il suo gran futuro di Barman. Partecipa ad ogni occasione di assemblee, guarda i grandi per raccogliere ogni gesto e comportamento ed ascolta i loro aneddoti.

Rimane estasiato dalla personalità e dal pathos che crea e trasmette il Presidente Angelo Zola, quando nelle assemblee parla, con calma, con dolcezza, ma con fermezza riesce ad imprimerti il suo pensiero di vita lavorativa e moralità professionale. Questa è stata per Peppino l’AIBES, che nel tempo non ha dimenticato e che ha sempre onorato. Anche nei due mandati che ha trascorso nel consiglio negli anni ’80, dove ha influenzato tante decisioni di attività didattiche e scelte che ancora oggi sono in vigore.

Da sx N. di Matteo, F. Borrillo, A. Borrillo, .i Ripaldi, S. Coscia, S. Ripaldi, A. Bertelli e G. Raschi

“In quei tempi proposi in consiglio che per ogni occasione possibile (corsi, meeting ecc.) sarebbe stato opportuno far intervenire gli anziani Barman per testimoniare la loro storia lavorativa. A me, ad esempio, piaceva tanto trovarmi con l’ultra novantenne Luigi Senesi, barman per oltre 30 anni al Baglioni di Firenze, che aveva sempre molti aneddoti istruttivi da raccontare. Inoltre proposi al consiglio, che subito cominciò ad innervosirsi e a contestare, la volontà d’introdurre le donne fra i soci AIBES, allora escluse. Si concluse positivamente dopo varie infervorate discussioni.

da sx N. Di Matteo, A. Borrillo, Il Maestro Manzi e S. Ripaldi

Nel produrre il video tape didattico “Bar Story” ho raccolto, per mezzo dell’indimenticabile grande amico dei barman e redattore Marco Mascardi, delle significative testimonianze di grandi Maestri dell’accoglienza al bar e nel ristorante. E qui mi riferisco principalmente a Mauro Lotti, il re dei Barman dall’albergo, a Ruggero Caumo e Arrigo Cipriani all’Harry’s bar di Venezia, ai Presidenti e pass presidenti AIBES, ai grandi professionisti italiani che hanno saputo imporsi per la grande professionalità nel mondo intero. Bar Story è un lavoro che ho prodotto tanti anni fa, e ho riversato su YouTube e messo a disposizione di tutti, sotto il nome di Bar Story».

Marco Del Bianco e Signora

Peppino fa poi un ringraziamento speciale: «Ringrazio tutti i barman che ho conosciuto tramite l’AIBES, per la loro complicità nel produrre “Bar Story”, perché sono stati anche i miei mentori. Io non ho mai avuto un vero capo-barman che mi insegnasse, ma ho sempre raccolto il meglio dai tanti colleghi che frequentavo e assorbivo il meglio del loro buon lavoro. Fra loro grandi mi sono confrontato. Si dice che “insegnando s’impara. Sarò sempre e immensamente riconoscente all’AIBES che mi ha permesso di diventare ciò che più volevo dalla vita professionale. Quale altro mestiere poteva elevarmi, con una cultura scolastica forzatamente molto limitata, a ciò che mi viene riconosciuto e che tanto mi riempie di orgoglio e oggi, alla mia età mi gratifica molto?»

Una carriera, quella di Peppino Manzi, passata anche ad insegnare: ai giovani collaboratori del Cluny Bar, ai giovani allievi della Scuola Alberghiera dove ha insegnato per vent’anni, nei vari corsi tenuti in varie località d’Italia e attualmente col computer. Ha semplicemente sempre dato il suo personale esempio, e quello della sua famiglia che collaborava nella conduzione del bar. Ha evitato di non ripetere le situazioni negative della sua esperienza e gavetta. Ad esempio, già nel ’69 con un locale stagionale, al personale dava un giorno di riposo settimanale. Cosa che ancor oggi sembra incredibile e impossibile ai tanti operatori del settore stagionale. I giovani allievi collaboratori che lavoravano al Cluny Bar si sapevano sostituire perché erano polivalenti nei vari servizi e pieni di buona volontà e disponibilità: si impegnavano con soddisfazione.

Paolo Mascarucci Presidente FIB con Lino Marchese BarManager al 57 Lounge del Melia in Vienna

Prima di lasciare gli ospiti e gli amici al delizioso aperitivo a buffet, Peppino Manzi ha voluto lanciare un ultimo messaggio. «Voglio dire a tutti di non abbandonare questa nostra grande qualità e capacità nei servizi alberghieri che ci distingue nel mondo, specie nei servizi del bar. Spero che mi aiutino a divulgare questo libro e a farlo messaggero di una buona continuità del nostro bel mestiere dell’ospitare, ma con un certo decoro di alta professionalità!»

Il pianista Morri e l’imprenditrice Antonella Ciccarelli

Un particolare ringraziamento e plauso va a Giancarlo Raschi, il beniamino del Maestro Manzi che lo protegge e corregge nelle sue note “intemperanze”, come farebbe un figliolo, visto che Peppino è stato eletto come “Papà di tutti i barman italiani”. Giancarlo in questa bell’occasione ha riunito, è stato il regista e autore di questa magnifica accoglienza e organizzando e dirigendo magistralmente i suoi accoliti “Pionieri del Cocktail” nel bel teatro che è l’Hotel Des Bains, dimostrando ancora grande capacità e professionalità.

Si celebra anche un momento storico per il mondo del bartending italiano, i 30 anni dalla data della fondazione dell’Unione Barmen San Marino, UBSM, fondata nel 1994. Da un’idea di Giancarlo Montebelli a lui e alla sua memoria un grande applauso. Presidente Ubsm Giancarlo Raschi. Fondatori: Angelo Borrillo, Giorgio Gallarani, Palmiro Leardini. CONSIGLIO: Andrea Bertelli, Spiridione Ripaldi, Andrea CANINI, Stelvio Coscia, Lucio Campagna.
L’UBSM venne poi istituita sezione Aibes Emilia Romagna Rep. San Marino

Un ringraziamento al primo gin London dry made in Tuscany con il sabore di oliva bio!
Nato dall’applicazione del metodo di distillazione London Dry su otto botaniche rigorosamente toscane. Bacche di Ginepro, Cardamomo, Iris (o Giaggiolo) e olio biologico Montigiani sono soltanto alcune delle botaniche che rappresentano il territorio toscano e definiscono questa ricetta unica e inimitabile. Dopo l’unica distillazione prevista dal metodo London Dry, viene aggiunto al liquido acqua per guidare il prodotto finale verso la gradazione desiderata.

Il risultato è un gin che si discosta dalla definizione di “dry”, ovvero asciutto, secco; la presenza dell’olio evo è, con grande piacere e sorpresa, una vera componente che determina il gusto finale e la sua lunghezza al palato. La “grassezza” naturale dell’olio aggiunge un’importante rotondità all’esperienza sensoriale.

Si esalta al termine dei pasti, trova strada fertile come aperitivo e cocktail dopo cena. Pronto a stupire chef e ricercatori enogastronomici con particolari abbinamenti e pietanze gourmet. 


La storia dell’Azienda Agricola Montigiani è un racconto giovane e affascinante. Il Paese di Reggello, nel cuore della Toscana, è un comune della provincia di Firenze che si estende dal fondo della valle dell’Arno fino alla dorsale montuosa del Pratomagno. È proprio in questo frame che un bambino di nome Alberto, nato nei primi anni ’90, assorbe fin da subito la passione e la tradizione familiare per l’ulivo.
“Dare ogni giorno fiato al mio senso di responsabilità nei confronti del territorio in cui sono cresciuto cercando di valorizzare al meglio uno degli angoli paradisiaci e dei prodotti cult del Made in Italy. Promuovere il cambiamento nel livello di percezione e di conoscenza dell’olio extra vergine di oliva. Avvicinare le persone a distinguere e riconoscere per apprezzare.”: questa la missione di Alberto.

 

 

 

 

 

 

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