Al via “Culinaria”, la prima biennale di arte e cibo in programma a Roma fino a domenica
L’11° edizione della kermesse romana propone opere e installazioni nate dall’incontro tra chef e artisti
Al via a Roma l’11 edizione di “Culinaria – Il Gusto dell’Identità”, biennale di arte e cibo che fino a domenica 30 settembre sarà ospitata nello Spazio WeGil di Roma (Largo Ascianghi 5).
Organizzata dallo chef Francesco Pesce e da Fabrizio Darini, curata da GMGProgettoCultura e con il contributo di Regione Lazio, Arsial e Car, la manifestazione propone un dialogo degli artisti con gli chef.
Nel museo temporaneo, che si articola sui due piani dello Spazio WeGil, sono esposte opere, piatti, video, foto e installazioni create dall’ispirazione reciproca tra chef e artisti, in cui viene esaltato lo “stile personale” di ognuno, il leitmotiv di tutta la manifestazione.
Per l’occasione l’auditorium “Spazio d’azione” ospita gli incontri live tra chef e artisti, che si alternano sul palco in sessioni da 45 minuti ciascuna. Tra questi: Walter Musco, Anthony Genovese, Francesco Apreda, Andrea Tortora, Roy Caceres, Cristina Bowerman, Adriano Baldassarre.
Lo spazio esterno, invece, durante la manifestazione si trasforma in un “Teatro delle braci” dove tra fuochi e gesti primordiali vengono proposte cotture arcaiche e dimenticate.
“Questa edizione di ‘Culinaria’ è un’installazione in costante movimento in cui i visitatori sono protagonisti dell’esperienza narrativa celata dietro la creazione di ogni opera. Il pubblico, infatti, sarà coinvolto a livello gustativo, artistico e creativo”, spiegano gli organizzatori Francesco Pesce e Fabrizio Darini. “Abbiamo voluto lanciare uno sguardo sul futuro della gastronomia, per anticiparne le possibili interazioni che nei prossimi anni si svilupperanno con diverse espressioni artistiche” aggiungono.
Culinaria – Il Gusto dell’Identità
29 e 30 Settembre 2018
Orari: 10 – 22
Ingresso gratuito
WEGIL – Largo Ascianghi 5 – Roma
http://www.culinaria.it
1- «Venere», Giuseppe Iannotti e Giuseppe Guanci
L’approccio concettuale della cucina di Giuseppe Iannotti del Krèsios di Telese Terme (Benevento, 1 stella Michelin) e la ricerca sul concetto del vuoto su cui si fondano le tessoforme in filo metallico dell’artista Giuseppe Guanci, hanno trovato una sintesi nell’elaborazione comune dell’idea di bellezza tra Oriente e Occidente. Nella loro opera una «Venere» in filo di rame intrecciato viene coperta da una veste creata dallo chef con pelle di pollo impastata con riso e poi disidratata fino a farne una cialda condita con spezie. L’installazione è destinata a cambiare nel corso della manifestazione: mangiando la pelle di «Venere» il pubblico contribuirà a svelare, in un crescendo esperienziale, la bellezza della scultura.
2- «Impact of the senses», Andrea Tortora e Pere Gifre
Il confronto tra il maestro dei lievitati d’autore, Andrea Tortora, alla guida della pasticceria del St. Hubertus (3 stelle Michelin) del Rosa Alpina Hotel & Spa di San Cassiano (Val Badia), e Pere Gifre, artista e ingegnere spagnolo con base a San Francisco (specializzato in progetti di scultura, scenografia, interior design e architettura industriale) è stato incentrato sul tema dell’acqua, concepita come veicolo e sfida. Il risultato è un’installazione «in movimento»: attorno a una delle quattro sculture create da Gifre cresce durante la manifestazione il panetto di lievito madre «Carletto» dello chef Tortora.
3- «Polluted humanity», Walter Musco e Francesca Romana Pinzari
I dolci di Walter Musco della pasticceria Bompiani di Roma – lui stesso ex gallerista e sperimentatore di contaminazioni con l’arte in linee di dessert ispirati alla pittura, alla scultura e al design – incontrano Francesca Romana Pinzari, artista che lavora con video, installazioni, scultura e pittura in opere polimateriche caratterizzate per l’utilizzo di elementi organici. Dalla loro creatività è nata l’installazione «Polluted humanity», un’opera che durante la kermesse cambia in maniera imprevedibile: il calco in cioccolato del volto dell’artista, realizzato da Musco, si scioglie progressivamente sotto il calore di una lampada, dando origine e spunto a nuove idee libere da paletti e limitazioni. Un video in time-lapse illustra ai visitatori i cambiamenti dell’opera con l’avanzare del tempo.
4- «Aria di mare», Gianfranco Pascucci e Ria Lussi
Le creazioni artistiche di Ria Lussi e i piatti di Gianfranco Pascucci indagano le trasparenze e le sensazioni cromatiche degli ambienti marini, fondendosi e intrecciandosi in un rimando di colori ed evanescenze. Il blu è predominante nella creazione della Lussi «Aria di Mare», una composizione di quattro sculture in vetro soffiato di Murano («Growing up», «Stella», «Coquillage» e «Nuage»). Lo stesso colore torna protagonista anche nei piatti di Gianfranco Pascucci, chef del ristorante al Porticciolo di Fiumicino (1 stella Michelin) in un richiamo cromatico evidente, ad esempio, nel piatto con gobbetti marinati su un brodo con vongole e uova di gobbetto. Il testimone «silenzioso» di questo dialogo è il fotografo Lido Vannucchi che attraverso i suoi scatti ha fuso, in un unico linguaggio, le creazioni dello chef e dell’artista.
5- «Ritratti rifiutati», Alessandro Baronio e Top Kitchen
L’artista Baronio presenta delle maschere realizzate utilizzando parti di oggetti che provengono dalla lavorazione delle cucine Top Kitchen: oggetti di fabbrica usati e materiali in eccesso permettono di descrivere le storie personali e quotidiane di ciascuno.
6- «La macchina del tempo», Mauro Uliassi e Lorenzo Cicconi Massi
Dall’incontro tra il fotografo Lorenzo Cicconi Massi e lo chef Mauro Uliassi, del ristorante Uliassi di Senigallia (Ancona, 2 stelle Michelin), sono nati dieci scatti che raccontano un dialogo silenzioso tra lo chef e il mare.
7- «Bondage vegetale», Thomas Duval
Il fotografo parigino Thomas Duval presenta per la prima volta in Italia le foto del progetto «Bondage vegetale», che indaga il rapporto con il mondo vegetale ispirandosi all’antica arte giapponese del bondage. Gli scatti ritraggono verdure – come peperoncini, frutti del drago o radicchi – poste su un fondo bianco, in un clima di sospensione, e legate con nodi bondage.
8- «Finestra-minestra», Roy Caceres e Franco Losvizzero
L’opera è il frutto dell’unione tra lo spirito creativo di Roy Caceres, chef del ristorante Metamorfosi di Roma (1 stella Michelin), e quello di Franco Losvizzero, video-artista e maestro nelle sculture meccaniche. In un piatto posto su un tavolo elicoidale il ritratto dell’artista, realizzato in cera e resina, «galleggia» in un brodo che nasconde al suo interno semi destinati a germogliare nel corso della manifestazione. L’installazione diventa così una vera e propria opera in evoluzione. Caceres, con la sua creazione, propone un piatto stratificato: il cibo è celato da una superficie bianca che, una volta tagliata, svela la pietanza al suo interno riconducendo a una memoria profonda, lontana e sotterranea. Il volto di Losvizzero è raffigurato con dei piccoli «mostri» che escono dal naso, dalla fronte e dalla gola a testimoniare l’alterazione dell’essenza e dell’apparenza derivante dall’immersione nell’inconscio.
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