Un’intervista ad Alvaro Pagnanelli, grande esperto dell’universo flair, scopriamo tutti i segreti del Flair Bartending, una tecnica che sta avendo sempre più successo. Una chiacchierata per scoprire anche il suo mondo e i suoi ingredienti preferiti.
Alvaro, come è iniziata la tua passione per questa professione?
All’età di 13 anni, quando lavoravo come cameriere. D’inverno a scuola e d’estate a lavoro. Forse cameriere è un parolone, ma l’impegno sin da subito è stato alto da parte mia. Ho lavorato fino a 19 anni così, cambiando ristoranti, pizzerie e chalet.
Puoi spiegarci che cos’è il flair bartender, e quando hai cominciato ad avvicinarti a questa tecnica?
Flair bartender, erroneamente chiamato barman freestyle, è la figura professionale che coniuga spettacolarità e professionalità nella preparazione di cocktail e che lavora dietro al banco bar, professionista del settore con una “marcia in più”!! Ho cominciato nel settembre 2001 frequentando un corso di formazione in una scuola di American Bartending, molto titolata, allora come oggi.
Quali sono state le tappe più importanti della tua carriera da barman acrobatico?
RIMINI-RICCIONE: dove ho iniziato a lavorare come Flair Bartender. nel 2004
TORINO: secondo Classificato al nazionale nel 2006
LUGANO: finalista nel 2006
ROMA: finalista skyy vodka competition 2006
UMAG: finalista alla daylaight competition 2007
HAVANA CUBA: finalista Masterclass bartender 2009
VARSAVIA: finalista assoluto IFL 2011
CITTÀ DEL CAPO: mondiale IBA 2014
Queste sono solo alcune delle tappe fondamentali della mia carriera, ma vi posso garantire che ce ne sono tante altre, e spesso le ricordo tutte.
So che la stagione di gare 2015 è stata ricca. Ce ne vuoi parlare?
Sono stato catapultato in alcuni degli “stage” più importanti d’Europa e forse del mondo, tra cui Croazia, Repubblica Ceca, Spagna e Italia naturalmente. Ad Agosto, in Argentina, ho partecipato al Nazionale, al Panamericano e all’Intercontinentale, tour di gare organizzate dall’associazione AMBA de Argentina, associazione di cui io faccio parte già da 2 anni per la sezione estera in Italia.
Qual è il tuo ingrediente preferito? E il tuo drink preferito?
La VODKA è il distillato che, quando tengo corsi, presento come “dove lo metti sta.” Nella sua semplicità è anche tra i più pregiati in commercio, limpido, puro, vero, come lo stile del Flair Bartender. Il Mio drink preferito resterà sempre il Long Island Ice Tea, dipinto erroneamente da sempre come una bomba alcolemica, è invece un drink che racchiude molti sapori e, se preparato bene, non più forte di un normalissimo Long Drink.
Quali sono stati gli amici e colleghi più importanti nel tuo percorso?
Simone Spimi e Danilo Pimpinicchio i fondamentali, coloro che hanno acceso la miccia a livello professionale nella Riccione del 2004, veri “mentori” del settore che hanno indirizzato un ragazzino al Mondo del Banco Bar. Marco Corgnati in arte “Marcone”, compagno di viaggi e competizioni in giro per il mondo: abbiamo condiviso momenti facili e difficilissimi di questo mondo che molto ti dà, ma velocemente tutto ti toglie. Jorge Alberto Soratti, vero e proprio guru del mondo classic bartender nonché presidente AMBA EUROPE che ha permesso il mio inserimento in associazione. Punto di riferimento anche come continua crescita personale-professionale.
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