AssoBirra ha formulato una serie di richieste alle istituzioni per superare questo momento difficile. Si va dalla riduzione delle accise al sostegno per il canale horeca.
Due quindi sono nello specifico le proposte che AssoBirra ha fatto alle istituzioni per superare la crisi economica che deriva dall’emergenza Covid. La prima è la riduzione delle accise, che deve legarsi in maniera forte ad un aiuto serio al canale horeca, che è uno dei più colpiti da questa situazione.
Le proposte di AssoBirra sono state presentate nel corso di un incontro digitale a cui hanno partecipato il Presidente Michele Cason e il Vice Presidente Alfredo Pratolongo di AssoBirra, l’On. Fabio Melilli, Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale di FIPE e Luca Paolazzi, Partner di REF Ricerche e Ceresio Investors advisor.
Per AssoBirra nel nostro Paese c’è un’anomalia forte, visto che siamo l’unica nazione in cui le bevande da pasto pagano un’accisa. Ciò incide in maniera negativa su tutta la filiera. Poi è una tassa regressiva, che ha un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e minore su quelle di fascia maggiore. L’associazione chiede quindi un intervento strutturale per ridurre le accise dall’attuale soglia di 2,99 € per ettolitro.
Sul fronte consumi Michele Cason, Presidente di AssoBirra, commenta così: “La birra arriva da un decennio di crescita. Anni in cui ha messo a segno record su record su tutti i fronti: dalla produzione, sostenuta da un export sempre più consistente, al numero di consumatori che sempre più prediligono abitudini moderate con prodotti a basso tenore alcolico. Il comparto ha generato una ricchezza tale da diventare uno dei settori strategici della nostra economia. Questo valore non può andare disperso e, anzi, va valorizzato affinché la filiera birraria possa essere uno dei pilastri strategici su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale”.
Nel settore horeca la birra conta ben 9 miliardi di € nel 2018, con oltre 1.200.000 addetti ai lavori e 340 mila imprese. Questa seconda ondata ha messo a dura prova tutto il comparto. I dati emersi da Fipe non sono incoraggianti: entro la fine dell’anno, chiuderanno 50.000 imprese. In altre parole: oltre 350.000 persone perderanno il posto di lavoro. Ecco perché la richiesta è quella di un aiuto immediato, soprattutto dal punto di vista economico.
Alfredo Pratolongo, Vice Presidente di AssoBirra con delega a Relazioni Istituzionali e Comunicazione, commenta così: “Siamo consapevoli di come i provvedimenti presi dal Governo siano necessari perché l’evolversi della pandemia nel nostro Paese sta mostrando segnali di crescita preoccupanti. Tuttavia è altrettanto importante sostenere il business dei singoli esercenti con azioni mirate. Seppure in questi giorni possa apparire prematuro, dobbiamo pensare a come aiutarli a ripartire. E su questo fronte crediamo che la birra possa essere parte della soluzione, non appena superato questo periodo, grazie al suo ruolo trainante nella creazione di valore. Supportare la birra alla spina consentirebbe di agire in modo mirato aiutando chi è stato più colpito, ad esempio le oltre 125.000 pizzerie in Italia, che quando potranno riprendere a lavorare a pieno regime avranno seri problemi di marginalità. Per questo inserire un credito di imposta per la birra alla spina è una delle possibili soluzioni pratiche e applicabili concretamente, che porterebbe benefici proporzionali e consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte così al calo drastico dei consumi”.