Il bar ha ispirato poeti, scrittori, artisti… è stato punto di ritrovo quando gli anni ruggivano e le gonne delle donne ruotavano a ritmo di jukeboxe romantici e stonati, si è riempito di luci al neon dei flipper degli anni ’80 che poi hanno lasciato il posto a slot machine dal sapore un po’ amaro che neanche il migliore dei caffè riesce a mandar via.
Sono tanti i motivi per cui si frequentano i bar: c’è chi la mattina vuole una coccola in più e non sa rinunciare a cornetto e cappuccino, c’è chi ha bisogno di una carica a metà mattinata, chi vuole una pausa pranzo veloce o un momento di relax la sera… non c’è un momento più o meno giusto per andare al bar ma c’è sicuramente un locale più o meno giusto a seconda del momento della giornata in cui ci troviamo.
Essendo una fanatica del “mangiar bene” studio sempre approfonditamente le proposte dei locali (soprattuto quelli che conosco meglio) di modo che io possa averne consapevolezza e tornare esattamente nel momento della giornata in cui so che quel posto mi può offrire il suo meglio.
Ad esempio se so che la colazione migliore della città la trovo in un determinato bar è verosimile che andrò li di mattina ma lo eviterò se, per esempio, non è particolarmente forte sui drink e così via.
Trovo che la consapevolezza del consumatore sia una conquista di cui un locale, al giorno d’oggi, non può proprio fare a meno. Avere un’offerta chiara, semplice e di qualità porta il cliente a sceglierti, essere soddisfatto e quindi, tornare. Attualmente l’aspettativa che si nutre nei confronti del bar è più alta: spesso ci si reca nei locali per lavorare, si fanno incontri importanti, o si passano intere serate non è più solo il posto “alla buona” a cui erano abituati i nostri nonni o i nostri genitori; è cambiata la domanda dunque deve cambiare anche l’offerta. E per la verità in molti casi è già cambiata.
Che sia un bar che punti su dopocena, colazioni, aperitivi o pausa pranzo non importa: la qualità e l’offerta devono essere alta l’una e chiara l’altra; dovrete colpire, sedurre e far innamorare il cliente solo così sceglierà voi per il SUO momento di relax.
7 comments
Bravissima Carla!!! L’inizio dell’articolo mi ha riportato a quando ero piccolo ed andavo nei bar con i cabinati a giocare a Virtua Strike o Street Fighter
Sicuramente Carla la fidelizzazione del cliente passa anche per la qualità dei prodotti offerti che deve essere sempre altissima, così come la percezione di tanti altri fattori come la pulizia. l’accoglienza o ancora il rinnovamento del menù che stimola la fantasia del cliente e soprattutto aumentano gli incassi! Bellissima la descrizione iniziale convengo con Ivan!
La situazione si è talmente evoluta che il cliente è ormai molto consapevole di quello che sta acquistando o richiedendo come servizio. Fra l’altro in un bar come il mio dove vengono serviti molti clienti giornalmente la fidelizzazione e tutto il resto va fatta in maniera veloce cercando di mantenere le aspettative degli avventori e qualche volta è francamente molto impegnativo!
Il cliente come dice Carla sa fare oramai le sue scelte e dà delle recensioni e dei giudizi che stroncano o esaltano quella determinata attività rendendola un flop oppure di successo.
Quello che dispiace è che qualche volta assurgono ad “opinion leader” dei cafoni che non sanno ne parlare ne stare zitti!
C’è in effetti un cambiamento epocale nel pianeta bar e notiamo in molti casi che si sta andando verso una specializzazione o se volgiamo verso un’area di competenza ben delineata dove opera l’attività di riferimento, non per questo però si tende a trascurare gli altri servizi.
I locali sono nella stragrande maggioranza messi molto male, vuoi la crisi che c’ha messo del suo, ma nella maggior parte dei casi questa situazione è da imputare alla scarsa voglia di aggiornarsi e di formare il proprio personale. Quello di cui voi state parlando è un elite di locali che non rappresentano assolutamente il quadro nazionale dei bar italiani, che attualmente versano veramente in cattive acque!
E’ vero Enrico la crisi c’è come c’è chi non ha voglia di formarsi e mettersi in gioco…però girando l’Italia si nota anche un fermento positivo un’aria di cambiamento che spinge molti ragazzi ad aprire nuove attività, dinamiche e sempre diverse ecco io questi non amo definirli locali di elite ma opportunità.
🙂