I bar di Budapest sono centri di aggregazione che vanno dal centro fino ai quartieri periferici. Con l’Osservatorio di Host facciamo un tour nei locali più particolari della capitale ungherese.
Un tour tra i bar di Budapest grazie all’Osservatorio di Host. Tanti locali e bar che nel giro di pochi anni hanno dato nuova linfa al quartiere ebraico della città, disertata dalla popolazione in epoca socialista a favore della più moderna periferia.
“Quindici anni fa quando ha aperto Szimpla qui c’erano solo pochi bar squallidi dove non andava nessuno, ora in un’area di due chilometri quadrati ci sono 450 locali, tra cui 250 bar” ci racconta Orsolya Liptay, pr e organizzatrice eventi del locale al centro della rinascita, e tutt’ora il più frequentato. “Era una zona spopolata e i proprietari non volevano investire per rinnovare palazzi sull’orlo della rovina, e allo stesso tempo, essendo nel centro storico, non potevano abbatterli – spiega Daniel Bandoh, manager del Doboz Ruin Club -. Così li hanno affittati per poco a giovani imprenditori con tante idee e voglia di aprire dei posti per socializzare. All’inizio erano frequentati da ungheresi, poi hanno iniziato ad arrivare i turisti, e oggi hanno trasformato Budapest in un paradiso per gente da tutto il mondo che vuole bere e divertirsi”.
Una rivoluzione copernicana per la città realizzata, questa del proliferare di bar di Budapest, come confermano i protagonisti, con pochissimi mezzi e tanta creatività e spirito imprenditoriale. “Non troverai mai due pezzi di arredamento uguali in questi posti – dice Bandoh -. Per decorare utilizziamo pezzi di giovani designer ungheresi, come il gorilla dagli occhi luminosi che abbraccia l’albero di 320 anni, il più vecchio del distretto, nel nostro cortile, opera di Szőke Miklós Gábor”. Ogni locale è come una matrioska con tante anime diverse, per stile e per destinazione. Un esempio perfetto di ciò è lo Szimpla, sviluppato tra interno e dehors: ha otto bar, una sala concerti da 200 posti e una sala di registrazione, cinema, laboratori. Ogni domenica si tiene un affollatissimo farmers’ market e c’è musica ogni notte, teatro, sfilate di street fashion, mostre d’arte, festival di animazione, un mercato di biciclette e non mancano i corsi di tutti i generi, dalla cucina al dog sitting, alle lingue. Una “macchina da guerra” che attira 5000 persone a sera.
Per lo sviluppo dei bar di Budapest, le logiche social sono state determinanti per decretare il successo del VII distretto, in patria e all’estero. Perché questi bar coloratissimi ed accoglienti, aperti tutta notte ed epicentro del divertimento, con soluzioni di arredo e installazioni artistiche sempre nuove, sono estremamente fotogenici e sembrano fatti per essere posatati, like-ati e per diffondersi viralmente sul web. E la cosa non è certo lasciata al caso, perché i social sono praticamente l’unico via attraverso la quale si promuovono gli eventi e il locale. E non mancano postazioni per selfie, passa parola via Instagram, fotografi appostati per scattare foto che il giorno dopo compariranno su Facebook, dove taggarsi con gli amici. Passeggiando per queste strade semideserte solo dieci anni fa nessuno avrebbe scommesso su una tale evoluzione, :eppure così succedono le cose oggi: velocemente e in costante evoluzione. E al VII distretto di Budapest hanno colto in pieno lo Zeitgeist.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.