Le bollicine saranno le protagoniste sulla tavola degli italiani a Natale anche in questo 2020 difficile. A rivelarlo è un’indagine UIV-Ismea, che rivela che saranno vendute 74 milioni di bottiglie. Cala però il prezzo medio.
Insomma il Belpaese è il protagonista delle bollicine: autoctone magari, e buone per tutte le tasche. Anche se quest’anno i consumi saranno prevalentemente casalinghi, la gente non rinuncia di certo alle bollicine, anche se gli acquisti dei top di gamma sono in calo ed aumentano i prodotti più accessibili.
Secondo l’Osservatorio del Vino di Unione italiana vini (Uiv) ed Ismea, le vendite saranno di 273 milioni di bottiglie tricolore nel mondo, di cui ben 74 milioni in Italia, con 1,6 miliardi di calici di bollicine italiane alzati nel mondo.
Il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, ha dichiarato: “Le stime sulle vendite in Italia e all’estero in questa particolare congiuntura, premiano la maggior versatilità di gamma delle bollicine italiane, in grado di reagire con più elasticità alle dinamiche di mercato. Occorre però ricordare come a fronte di una sostanziale tenuta dei volumi, anche i nostri sparkling stiano pagando un caro prezzo sulla partita del valore, all’estero come in Italia. Uiv ritiene quindi fondamentale monitorare un fenomeno da una parte ascrivibile al minor potere di acquisto dei consumatori e a un conseguente effetto sostituzione, dall’altra a inaccettabili condotte speculative riscontrate lungo le catene commerciali off e on line”.
Sempre secondo Uiv–Ismea, i canali di vendita del Gdo andranno benissimo, così come quelli off-trade. Un effetto sostituzione insomma della domanda italiana, che però forse potrebbe causare una variazione in negativo del fatturato del settore bollicine. La produzione totale però dovrebbe attestarsi annualmente su quella dello scorso anno, con 776 milioni di bottiglie, con una buonissima prestazione del settore export.