Si dice barman, ma si può anche dire “bartender”, “barkeeper”, “bartending”, “barmaid”, “mixologist”, “banconiere”. Tutti sostantivi per definire il BARISTA (da non confondere con colui che produce le bare), la professione che rappresenta da sempre un’icona dello stile italiano nel mondo.
Quel nome, Barman, ha tracciato in modo indelebile la mia carriera. Dopo un breve periodo di gavetta dietro al banco del bar a fare caffè e lavare bicchieri, ho realizzato il sogno di diventare un barman, colui che realizzava cocktail, drink, bevande che allietavano le serate degli ospiti e dei clienti.
Nel 1964 mi sono associato all’ambita Associazione Italiana Barman e sostenitori (AIBES) con la tessera n° 368. E così il titolo di Barman mi ha seguito per tutta la vita, ed io ho seguito questo mestiere con tutta la passione possibile.
Ora però, alla mi età, mai avrei pensato di provare una certa avversione nel sentire ripetere questa parola dai giornali, dalle radio e dalle tv. I fatti di cronaca di queste settimane collegano infatti la parola barman alla figura di Alessandro Impagnatiello, il ragazzo che lavorava come barman, appunto, in un locale milanese, e che ha ucciso la compagna Giulia Tramontano e il figlio che aveva in grembo.
Quando in tv passano le immagini del ragazzo che manipola il jigger per dosare gli ingredienti e poi con garbo miscela nello shaker, provo molta rabbia, molto fastidio. Nella mia mente ripassano le immagini dei tanti ragazzi che ho istruito a svolgere quelle mansioni, che rappresentano gestualità unite alla gentilezza, caratteristiche essenziali per un barman.
Ecco, mantenendo vive e ferme queste immagini nella mia mente voglio lanciare un messaggio a tutti i giovani che fanno o faranno questo mestiere, per supplicarli di non collegare la figura del barman a quella di Impagnatiello e al macabro avvenimento che rappresenta.
Ricordate sempre che il mestiere del barman è un lavoro fatto di relazioni con le persone, di gentilezza, buon cuore. Non voglio più vedere quelle immagini di un giovane barman che si macchia di simili atrocità, e non voglio nemmeno più pensare che per colpa di questo episodio, un’intera categoria sia messa alla gogna.
Il barman è ben altro: punto di riferimento per tutti i clienti, amico carissimo e professionista impeccabile, grande ascoltatore e spalla su cui appoggiarsi. Il barman deve essere un esempio per tutti. Questi siamo, continuate a fidarvi di noi!