Tendenza del momento o crescente consapevolezza? Il vino vegano è uno dei protagonisti del mercato attuale con un incremento del 20% sulle vendite!

La cifra dei consumi è significativa e sta orientando le scelte di produttori vinicoli lungimiranti che hanno pensato di convertire la produzione o di affiancare la linea dei vini vegani ai vini tradizionali.

Ma cosa si intende per vino vegano? E’ un vino che estromette quelli che vengono definiti coadiuvanti tecnologici, come l’albumina, la colla di pesce, i caseinati e la gelatina,tutte proteine usate per chiarificare, rendere meno torbido e purificare il vino. Si tratta di elementi di derivazione animale con cui il vino entra in contatto che a fine processo vengono rimosse dal prodotto finale, ma non vi è garanzia che non lascino tracce. In sostanza, non permettono di affermare che la produzione del vino è cruelty free.

Al Vinitaly  viene dato sempre più spazio ed attenzione alle etichette “vegan” e molte aziende preferiscono usare coadiuvanti di origine vegetale e minerale per purificare e chiarificare i loro vini. Esistono diverse realtà che oramai tendono a mettere in evidenza la ‘veganità’ del loro vino: secondo regolamento europeo, un produttore può specificare con una sorta di “autocertificazione” che il suo vino è adatto a vegani, ma occorre essere certificati da un organismo come la CCPB (organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari nel settore della produzione biologica e in quella eco-compatibile ed eco-sostenibile) che ha il compito di controllare la corretta applicazione di tutti i protocolli di lavorazione per escludere ogni forma di contaminazione.

Il vino vegano per ora è destinato a delle nicchie di mercato, ma la forte spinta di diversificazione del consumo consapevole fuori casa sta trovando in valido riscontro in questa categoria ed anche un interessante ed equilibrato posizionamento con i vini convenzionali all’interno del mercato!