Domenico Chiatroni è un barman di grande esperienza. I suoi cocktail sono un punto di riferimento per tutti i clienti. Originali, affascinanti, rivisitazioni di grandi classici. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare i suoi segreti.
Domenico Chiatroni, quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo del bar e della miscelazione?
Mi sono avvicinato al mondo del bar e della miscelazione nel 1999, per gioco, nel locale di un amico. Da lì ho intrapreso il “viaggio” della formazione professionale.
Come hai iniziato nel mondo del lavoro? Quali sono state le tue prime esperienze nei locali?
Mi sono catapultato nel mondo del lavoro dopo i riconoscimenti ottenuti attraverso corsi di formazione; da lì iniziarono una serie di esperienze prima nei locali notturni della zona, per poi riuscire a far parte di staff importanti.
Quali sono state le tappe più importanti nella tua carriera? Quali i tuoi Maestri?
La tappa più importante della mia carriera è stato l’ ingresso nella Boscolo Hotel, dove ho avuto il privilegio di “girare il mondo restando sempre nello stesso posto “. Il primo Maestro in assoluto fu Riccardo Ponzianelli, per poi passare ad Alessandro Valenzi, Mario Farulla, Tony Grimaldi e Hyran del Nottingham Forest di Dario Comini. L’ ultimo ma solo in ordine di tempo Dennis Zoppi; la mia massima fonte di ispirazione a livello umano e lavorativo. Rappresenta la filosofia di ciò che è il bar.
Quali sono a tuo avviso le caratteristiche che non possono mai mancare in un barman?
A mio modesto parere un barman deve necessariamente sottoporsi a lunghi studi, deve porsi domande, creare delle ipotesi e perché no trovare soluzioni. Un barman deve essere cordiale, disponibile, attento, ospitale.
Che cosa vuol dire per te fare il barman?
Per me fare il barman è tutto; è una scelta di vita, un modo di essere che ti restituisce gratitudine dalle persone anche a te sconosciute.
Parlaci un po’ dei tuoi cocktail, quali sono i tuoi preferiti e quali ami fare particolarmente?
I miei cocktail sono tutte rivisitazioni di classici, mi piace scomporli attraverso tecniche di miscelazione avanzata. Mi diverto molto con le mie rivisitazioni sui Negroni, Spritz, Americano, Gin Tonic.
Quali sono gli ingredienti che utilizzi di più, e perché? Ti piace lavorare con prodotti homemade?
Il mio concetto di miscelazione è molto fusion, mi piace lavorare con liquori di Sake’ a bassa gradazione alcolica i quali mi permettono di realizzare ottimi twist ( orizzontali, verticali e diagonali).
Prediligo realizzare home made ma sto molto attento ai costi.
Tre aggettivi per descrivere i tuoi cocktail…
Originali, sorprendenti (Wow) e logici.
Il drink che non deve mai mancare nella tua Drink list.
Il mio Negroni scomposto; formato da sfere di Gin e Campari, servite su cucchiai finger food. Con accanto la mia dose preferita di Vermouth con oli essenziali di arancia. Lì il cliente inizia una vera e propria routine.
Domenico Chiatroni, come deve essere il tuo locale ideale? E il tuo cliente ideale?
Il mio locale ideale deve essere all’avanguardia (di attrezzature) poi al resto ci penso io. Il mio cliente ideale è colui che ama farsi sorprendere.
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