Mancava da ben due anni, causa Covid, la fiera di settore più importante del settore vitivinicolo nostro Paese.
Numerosissimi gli eventi (sia interni alla fiera, che in parallelo alla stessa) e, come sempre, un calendario di appuntamenti a dir poco ricco. Immancabili apparizioni di vip e sfilate di politici hanno fatto da corredo alla 4 giorni di fiera, che ha mostrato il meglio di sé, proprio nel suo insieme.
La mancanza di ben due edizioni, la scelta (per una volta) di inserire a calendario l’evento in anticipo rispetto al ProWein di Dusseldorf e la grande voglia di ripartenza, hanno fatto che sì che l’aria respirata in occasione di questa 54esima edizione, fosse decisamente più frizzante del solito.
Quella sensazione di “bisogna esserci anche se non vorremmo”, ha lasciato il posto (quasi per tutti) ad una energia particolare: davvero si è avvertita la voglia di rivedersi, di stringersi la mano, di degustare, commentare e raccontare il meglio delle proprie produzioni.
Come sempre, quando si parla di una manifestazione così grande, c’è spesso qualche perplessità prima dell’inizio: poche, infatti, le agevolazioni per gli addetti ai lavori, praticamente nulli i biglietti omaggio, anche per le stesse cantine, ed alcuni costi poco chiari per gli espositori. Sono state queste le principali lamentele emerse durante la prima giornata di fiera, che tuttavia hanno lasciato il posto ad una diffusa soddisfazione per l’andamento globale della fiera stessa e per i numeri registrati:
– 4500 espositori;
– circa 90.000 ingressi, con ben 25.000 buyer, provenienti da 139 Paesi differenti (con assenze pressoché totali di Russia, Ucraina, Cina e Giappone);
Un’edizione della fiera, quindi, fortemente vocata all’incontro tra produttori e addetti ai lavori.
L’aver spostato l’inizio della manifestazione dal sabato alla domenica e l’aver significativamente incrementato i costi dei biglietti, sono stati gli elementi maggiormente responsabili di una maggior selezione dei partecipanti, con una forte presenza di addetti ai lavori ed esperti.
Meraviglioso anche il wine tasting, organizzato dalla Fisar (Fondazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), su alcune vecchie annate di Luigi Veronelli, che, nonostante gli anni alle spalle, restano alquanto suggestive ed ancora in grado di emozionare.
Delle Aziende Monte Cillario (Amarone della Valpolicella), Soloperto Vini (Primitivo di Manduria), Castello di Gabiano (Barbera d’Asti), Noventa (Botticino DOC) e Peri Bigogno (Igp Montenetto di Brescia), gli assaggi che ci hanno intrigato maggiormente, durante la nostra rapida incursione in questa edizione del Vinitaly. Aziende che offrono una splendida fotografia di territori fra loro lontani e diversi, accomunati dall’eccellenza delle proprie produzioni vitivinicole.
Che piaccia o no, Vinitaly è sempre Vinitaly: una splendida occasione di arricchimento culturale e personale, in cui il vino la fa da padrone e si ha la possibilità di viaggiare attraverso tutta l’Italia enoica, saltando da un padiglione all’altro.
L’appuntamento con la prossima edizione, la numero 55, è per Aprile 2023: dal 2 al 5 Verona tornerà ad essere “caput mundi vini”…
Vietato mancare!
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.