Una antica tradizione per preservare i filari da questo colpo di coda inatteso dell’inverno e salvare i vigneti dal gelo!
Questo inizio di primavera ci ha regalato un ritorno alle temperature rigide, che ci portano alla mente il titolo di una canzone di Rogers “Prince” Nelson: Sometimes It Snows In April!
Ma tolto il lato poetico, rimane l’aspetto critico delle temperature precipitate in questi ultimi giorni, soprattutto per i vignaioli che si sono trovati a dover arginare l’arrivo nei propri vigneti di gelate notturne e la presenza di brina la mattina.
Ed ecco quindi trovare in diverse parti d’Italia ripristinato un antico rimedio dei nonni per scaldare le vigne e per combattere le gelate notturne, sperando di salvare i filari.
In queste notti di gelo i vignaioli sono stati tutti sulle loro terre, hanno acceso fuochi – “di legna vergine”, per lo più – su autorizzazione dei Sindaci, per riscaldare i germogli delle viti, per non farli morire e non morire anche loro, ovvero per non perdere un anno di lavoro, la vendemmia, e gli introiti che servono a fare nuovi impianti, perché il vino in diverse parti d’Italia costituisce la ricchezza e la caratterizzazione del territorio di appartenenza!
Così è andata, non solo in Italia perché l’aprile che va sottozero ha colpito anche la Francia. E la settimana scorsa altri contadini, quelli del prezioso Chablis, hanno acceso i loro fuochi nelle notti gelate.
Un rito a cui si sperava di non dover fare ricorso e che ci auguriamo abbia dato i suoi frutti!
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