Il 24 febbraio 1951 in Inghilterra presso il “Grand Hotel” di Torquay alcune associazioni barmen di diverse nazioni si riuniscono nell’I.B.A. (International Bartenders Association).
Sette furono le associazioni nazionali fondatrici dell’I.B.A.: l’inglese U.K.G.B., la danese D.B.G., la francese A.B.F., l’olandese N.B.C., l’italiana A.I.B.E.S., la svedese S.B.G. e la svizzera S.B.U. . Alla riunione erano presenti in totale 20 importanti barmen in rappresentanza delle suddette associazioni. Per l’italia erano presenti i barmen Angelo Zola, Rigoletto Benedetti e Luigi Parenti.
Il 2 novembre del 1960, i rappresentanti delle nazioni aderenti all’I.B.A ( che nel corso degli anni aumenteranno ) sono riuniti in Francia presso l’Hotel Scribe di Parigi per il tradizionale congresso annuale. L’agenda degli argomenti da dibattere comprende al sesto punto la voce “discussione della codifica delle bevande”.
A prendere la parola è l’ italiano Angelo Zola: egli propone la formazione di un comitato che riduca il vasto numero di cocktail e ricette. Richiede ad ogni comitato nazionale di inviare le proprie preparazioni più tipiche al fine di stabilire una lista che comprenda tra i 50 e gli 80 cocktails che verranno classificati e approvati dall’I.B.A . Nel 1961 in Norvergia presso il Gausdal Mountain Hotel di Oslo vengono approvate dalla presidenza dell’I.B.A le “prime 50 ricette di cocktails” .
Da quel momento si stabilisce che in ogni paese aderente all’I.B.A i barmen delle proprie associazioni rispettino il ricettario dei 50 cocktails, in maniera che per il consumatore sarà possibile richiedere e ottenere, ad esempio, un Alexander sempre uguale in quanto a componenti, proporzioni, preparazione e servizio nelle varie nazioni aderenti. Prendeva così il via la storia dei “primi 50 cocktails mondiali” .