Si è tenuta a Londra, in occasione della settimana londinese del cocktail dal 5 all’11 ottobre, la premiazione dei migliori 50 bar al mondo (www.worlds50bestbars.com). La manifestazione, giunta ormai al settimo anno, è organizzata da DRINKS INTERNATIONAL (www.drinksint.com) .
Nata nel 1972, Drinks International è la più autorevole delle riviste dedicate al mondo del beverage. Tutti i prodotti più ricercati e di migliore qualità, per sperare in un successo mondiale, devono passare per questa vetrina, poiché la sua distribuzione è affidata ad un target molto selettivo di personalità che vivono il mondo del beverage. La premiazione si è svolta presso la CHRIST CHURC di Spitalfields (quartiere a nord est di Londra) lo scorso 8 ottobre, di fronte a 500 invitati. I 412 membri dell’accademia di Drinks International hanno stilato la classifica di ben 9 categorie, tra cui: Best bar in the World, Best bar in Europe, Best bar in North America, Best bar in Latin America, Best bar in Middle East & Africa, Best bar in Asia, Best bar in Australasia, Highest Climber, Highest New Entry.
Al primo posto si è piazzato (per il quarto anno consecutivo, ndr) l’Artesian Bar di Londra (www.artesian-bar.co.uk), gestito da Alex Kratena e Simone Caporale. Subito dopo, al secondo posto, c’è il miglior bar del Nord America, The Dead Rabbit di New York (www.deadrabbitnyc.com); al terzo posto è stato eletto un altro bar di Londra, il Nightjar (www.barnightjar.com/). Curiosità, tra i primi 10 della lista, 5 si trovano a Londra, segno che il vecchio continente, in merito alla cultura del buon bere e dell’innovazione nel settore horeca, la fa ancora da padrone. Alla ventunesima posizione troviamo l’unico italiano, The Jerry Thomas Project di Roma (www.thejerrythomasproject.it) nato dall’idea di tre tra i migliori bartender del panorama italiano e, forse, anche europeo: Roberto Artusio, Leonardo Leuci e Antonio Parlapiano, al gruppo si è poi aggiunto Alessandro Procoli. Nascosto fra i vicoletti del centro di Roma, si rifà ai tempi del proibizionismo americano e dalla passione per l’arte della miscelazione, si può entrare solo se si è a conoscenza della parola d’ordine.
La graduatoria viene stilata dai 412 membri dell’accademia di Drinks International sparsi per il mondo che, raccontano tramite esperienze personali dirette la propria avventura nei migliori bar del mondo dandone poi, a ciascuno, un punteggio a cui l’Accademia aggiungerà un voto in maniera tale da non avere mai alcuna situazione di parità. Ai giudici viene chiesto di nominare, in ordine di preferenza, 5 bar, seguendo quattro semplici regole: il bar deve essere in attività; deve essere stato visitato almeno una volta negli ultimi due anni; il membro dell’accademia non deve aver alcun interesse economico nel bar e non deve aver lavorato nello stesso durante gli ultimi 12 mesi; 2 delle 5 scelte devono essere di un paese diverso da quello della propria residenza. Le statistiche di quest’ultimo anno mostrano come il 39% dei migliori bar si trovi in Europa, il 27% in Nord America, in Asia il 15% e staccati di molto si trovano Australia ed America Latina con l’8% ed infine Africa e Medio Oriente con il 3%. Altri famosi eventi da non perdere organizzati dall’ Accademia del Drinks International sono: Drinks International Cocktails Challange, Travel Retail Exellence Awards, International Spirits Challange.
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