La birra è una delle bevande più amate dagli italiani, ma quanti di voi sanno che dietro i bicchieri consumati sul vostro tavolo c’è una filiera che vale 8,8 miliardi di e all’anno? Ecco tutto quello che devi sapere sul mercato della birra.
Negli ultimi anni la filiera della birra sta vivendo in Italia un vero e proprio boom, che permette occupazione di giovani e meno giovani e anche una certa possibilità di carriera. Di certo le innovazioni tecnologiche sono servite per dare una spinta al settore, e per far nascere anche professioni nuove. Basti pensare ad analisi e produzione di nuove materie prime, o alla loro distribuzione. La birra vale 8,8 miliardi di e all’anno (0,51% del Pil italiano), con 6 milioni di posti di lavoro in più per un totale di più di 92.000 occupati.
Il mercato della birra e la sua filiera sono quindi buone occasioni per cercare lavoro e mantenerlo: pensate che la metà dei dipendenti ha un’anzianità di almeno 10 anni. Il lavoro nel settore birra può essere trovato sia con conoscenza diretta, sia grazie alle piattaforme web, digitando la parola “birra”. Le occasioni lungo la filiera sono molte, dal laboratorio alla logistica, dalla vendita alla ristorazione. Quindi possono trovare lavoro tecnici alimentari, digital innovation manager, ingegneri meccanici, brand ambassador. Tutti lavori che si vanno a sommare con quelli tradizionali del mastro birraio e dello specialista delle vendite. Accanto a queste figure più tecniche ci sono poi persone che si occupano di garantire la sostenibilità del sistema birra, o i responsabili della sicurezza. In generale poi vale sempre il discorso che nell’ambito della vendita rientrano barman, spillatori, brewing, esperti di luppolo e materie prime.
Il boom dell’occupazione è più evidente al Nord, con ai primi posti Lombardia e Veneto seguiti da Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Liguria. Al sud ad avere ottimi numeri è l’area di Napoli. In utti i casi non sono solo le grandi aziende a dare lavoro, ma anche piccoli imprenditori che vogliono investire nel settore. In questo ambito va sottolineata la crescita importante dei microbirrifici e dei piccoli birrifici artigianali.
Riguardo ai nuovi impieghi nel settore della birra, uno dei responsabili di Heineken Italia dichiara: «Prendiamo i venditori. Una volta svolgevano un lavoro basato sulla quantità. Oggi non sono più collettori di ordini ma devono diventare dei consulenti, degli story-teller, in grado di accompagnare il cliente all’acquisto. Ecco perché negli ultimi anni – spiega Perego – abbiamo puntato non sui diplomati ma sui laureati anche se non strettamente preparati sul prodotto». La formazione comincia infatti in azienda e vale lo stesso per le professioni tecniche. «Le aziende del comparto della birra cercano profili che abbiano competenze verticali nelle scienze alimentari o nella chimica. Ma non pretendiamo che i neolaureati sappiano già tutto per questo investiamo in corsi per potenziarne le competenze. Occorre saper lavorare in gruppo senza perdere l’autonomia e lo spirito imprenditoriale. Mantenere quindi la cosiddetta learning agility». E poi la passione. «Senza quella non si va da nessuna parte».
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