Forse la maggior parte di voi non sarà pronta per accettare l’arrivo sul mercato del vino in lattina, ma il futuro è questo. Cerchiamo di spiegarvi cosa sono e quali sono i vantaggi.
Qualche giorno fa, intento a fare acquisti in un supermercato, il mio sguardo volge verso una mensola di uno scaffale pieno di lattine dai colori mai notati prima.
Mi avvicino con la certezza di imbattermi in una varia gamma di cocktail miscelati oramai in lattine di varie forme e dai packaging più accattivanti.
Focalizzando questi ultimi leggo: Pinot Noir, Pinot Grigio, Cabernet Sauvignon… “oh my God!” esclamo e mille pensieri mi inondano la testa immediatamente.
Anni a studiare vini e a cercare di degustarli al meglio per poi ritrovarseli di fronte come non siamo abituati a vederli, del vino in lattina!
La prima cosa alla quale ho pensato è stata “ ma si potrà mai avere un vino di qualità in lattina?” e di conseguenza “ se per disciplinare la D.O.C. e D.O.C.G. devono stare in bottiglia per le norme UE, com’è possibile trovare questo vino in lattina?”.
Dubbioso ma incuriosito metto nel carrello un “rosso in alluminio”.
Incamminatomi verso la strada di casa non potevo fare a meno di pensare al contenuto della mia busta della spesa cosi, come un bambino frenetico a ricevere il suo nuovo giocattolo, prendo la lattina e la fisso.
“Certo è simpatica, anzi carina proprio, direi fatta proprio bene, ci avranno studiato un bel po’, di sicuro vuole catturare l’attenzione dell’acquirente cosi proprio com’è successo a me” …e questa, leggo nel retro, è da 200 ml.
“Sarà meglio un packaging cosi per i meno formali, forse per attirare un mercato più giovanile con un’alternativa pratica e efficiente, ma chi ha il coraggio di farlo sapere ai puristi per i quali gli unici amici del vino sono bottiglia in vetro e sughero?”.
Seduto al tavolo di casa mia prendo un calice da vino e penso tra me e me “ ma se è in lattina, quindi lo posso aprire senza bisogno di un cavatappi, perché magari ideato per andare a fare un pic-nic, risolvendo il problema della possibile rottura durante il trasporto, del peso inferiore rispetto ad una bottiglia in vetro da 750 ml. O, magari, solo perché sei un wine-lover e vuoi sostituirlo o differenziarti dai tuoi amici che bevono birra durante una manifestazione sportiva o una scampagnata, come puoi avere con te un bicchiere, perlopiù in vetro?”.
Concordo, ci sono bicchieri in plastica adatti a queste situazioni, ma non credo che l’idea iniziale fosse questa. Così, per provare in pieno questa nuova esperienza, ho bevuto direttamente dalla lattina.
Speziato e floreale al naso, sentori di fragola, al palato cannella e chiodi di garofano, morbido e un po’ tannico ma una buona acidità.
“Oddio davvero lo sto facendo?” pensavo “ Sto bevendo vino in lattina, del vino rosso senza neanche osservarlo e per di più da una lattina !!!”.
Ok siamo abituati a vedere vini in diversi contenitori da molti anni come tetra-pack, cartone, wine bag ecc, ma è sempre sinonimo di vini di bassa qualità?.
Dopo questa degustazione mi sento di smentire, diciamo è una soluzione per vini semplici, senza fronzoli, che non hanno bisogno di migliorarsi e/o diventare complessi, magari una soluzione più adatta per i bianchi fragranti o i rose e, per non dire, dei vini frizzanti.
In fondo molti di questi vini vengono imbottigliati e poi sigillati con tappi a vite o tappi in silicone, polimero neutro, proprio perché di facile beva, giovani e freschi.
Bisogna anche pensare a salvaguardare il sughero, dato che non è che ce ne sia in grande quantità, anzi! Ma è indispensabile per bottiglie pregiate, ovviamente, e per salvaguardare il prodotto e l’appeal di quest’ultimo.
La lattina è inoltre un ottimo conduttore di temperatura , previene a salvaguardare aromi e saperi e, inoltre, garantisce una buona protezione dai raggi solari e luce in genere.
Tutto ciò merita un approfondimento…
Dopo una breve ricerca scopro che il vino in lattina nasce proprio in Italia alle fine degli anni ’70 e il permesso, da parte del Ministero, di usare contenitori alternativi arriva nel 1982.
L’innovazione colpisce immediatamente i continenti americani e australiani dove c’è un mercato fiorente e dove, negli ultimi anni, il canned wine è cresciuto del 47% a discapito del classico vino in bottiglia.
Per dirla tutta il vino in lattina è un evoluzione dettata da ottime ragione logistiche , ambientali e salutari, oltre che da naturali tendenze di moda atte a rendere il nettare d’uva simili a bevande meno impegnative e più pop.
Infatti:
– La lattina è ecologicamente molto efficiente, può essere totalmente riciclata così come il vetro ma con tempistiche ridotte e costi inferiori;
– Il trend mondiale verso il bere con moderazione favorendo la possibilità di avere un vino a 200 ml anziché una bottiglia intera;
Per quanto mi riguarda, preferirei di gran lunga un vino servito dalla lattina piuttosto che un vino al bicchiere da una bottiglia col contenuto ossidato, ovviamente perché non conservata in un dispenser ad azoto alimentare, ma neanche con tappi sottovuoto con operazioni manuali.
Magari questi contenitori con quantitativi ridotti e facili da gestire aumenterebbero anche l’utilizzo dei vini nella miscelazione…e voi cosa ne pensate?
Simone Di Leonardo
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