La birra indipendente Made in Italy a rischio a causa della pandemia. La filiera innovativa (con oltre 900 microbirrifici artigianali) e migliaia di produttori artigianali non riesce a far fronte alle difficoltà.
C’è però un emendamento nella nuova legge di Bilancio che potrebbe aiutare il comparto della birra indipendente Made in Italy, ma tutti i professionisti richiedono interventi più specifici. Tra questi la costituzione di un codice Ateco specifico che differenzi la birra indipendente Made in Italy dalle birre commerciali ed industriali
La pandemia sta mettendo a rischio la birra indipendente Made in Italy, una filiera innovativa che conta oltre 900 microbirrifici artigianali nel Paese e migliaia di produttori di luppolo e orzo distico. La chiusura delle attività di bar e ristoranti, le strette con le varie fasce di colore e lo stop a fiere ed eventi, il mondo della birra indipendente Made in Italy sta vivendo una sorta di dramma, con un crollo del fatturato del 90%.
A rischio c’è un comparto che vale il 4% del mercato nazionale e che produce 500 mila ettolitri l’anno (di cui il 20% biologico), che fattura 250 milioni di € e che impiega 7000 addetti, tanto da essere entrato nel paniere Istat. Il 60% dei millennial italiana ha dichiarato recentemente di essere attento alle varie tipologie di birra. L’Italia, poi, oggi è al quarto posto in Europa per numero di birrifici.
“La pandemia è piombata su un settore in piena crescita, competitivo e di qualità, causando danni enormi – hanno detto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, e il direttore generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris – Dopo i ripetuti appelli a Parlamento e Governo, ora le speranze degli operatori sono riposte nell’emendamento approvato alla legge di Bilancio 2021 che prevede un fondo di 10 milioni di euro a sostegno delle filiere agricole minori, tra cui quella della birra. In questo difficile periodo, è una prima risposta importante, su cui sarebbe utile un coinvolgimento della filiera”.
Hanno poi proseguito dicendo: “Bisogna differenziare il mondo artigianale dalla produzione industriale di birra. Ad oggi, esiste un unico codice Ateco sia per i piccoli produttori che per le grandi industrie. Con un codice Ateco specifico per i piccoli birrifici indipendenti, invece, si faciliterebbero future iniziative ad hoc per il comparto, separandolo dalla generica ‘produzione birra’. Peraltro, si tratta di un prodotto che va tutelato: non essendo pastorizzato né filtrato, è estremamente deperibile”.
Tra le richieste specifiche, ridurre l’Iva per il 2021 per la birra indipendente Made in Italy, prevedere un credito d’imposta per gli operatori che hanno acquistato birra artigianale sfusa, così da aiutare i locali a rilanciare la produzione dei birrifici e avviare un dialogo con la Gdo
Scanavino e Ferraris hanno concluso: “Il rischio di chiusure, oggi, è molto elevato. Bisogna dare ossigeno alle aziende per poter imboccare la strada della ripartenza. Solo così, con misure mirate, si può salvaguardare un settore di prestigio che crea un circuito produttivo al 100% italiano, dal campo alla distribuzione”.