Contro tutti coloro che ancora credono che fare il barman sia un “lavoretto”. Contro tutti coloro che ancora vogliono far passare questo messaggio, soprattutto in tv.
Proprio ieri, la trasmissione televisiva Estate in Diretta (in onda nella fascia pomeridiana di Rai1), ha mandato in onda un servizio nel quale si mostrava la situazione di un’azienda di Napoli che, in questo periodo estivo, non riesce a trovare baristi e camerieri perché i ragazzi, nel mese di agosto, non sono disposti a rinunciare al loro periodo di vacanze e al tempo libero.
Ancora una volta ci tocca osservare che dal servizio pubblico della Rai ci saremmo aspettati maggiore approfondimento per un tema importante. Pur descrivendo una situazione reale, il servizio non deve in alcun modo lasciar passare il messaggio che la rinuncia di certi ragazzi non sia dettata solo dal periodo, ma dalla tipologia di lavoro. Troppo spesso assistiamo a discussioni in cui l’impiego come barista o cameriere viene fatto passare per “lavoretto”, come uno step di crescita, come un ripiego.
D’accordo, chi è laureato, così come chi ha frequentato un master, può giustamente non sentirsi gratificato nello svolgere tali impieghi. Ma il punto è un altro: dietro questi lavori ci sono vere e proprie professioni, anni di apprendimento e formazione, e per ogni ragazzo che ha bisogno di tirar su un gruzzoletto a tempo perso, ce n’è almeno un altro che vuole trasformare una passione in un lavoro, acquisendo capacità e tecniche proprie di un Mestiere. Fare un buon caffè, un buon cappuccino o portare un piatto non sono cose così semplici da fare. Per non parlare della miscelazione (che infatti sempre più spesso viene definita “arte”) e della capacità di abbinare un vino o una bevanda ad una pietanza.
Il barista e il cameriere hanno bisogno di spirito di sacrificio, di volontà di apprendere negli anni, di aggiornarsi. In un Paese come l’Italia sono presenti vere e proprie eccellenze nel settore grazie alla cultura, al territorio, all’accoglienza, alle buone maniere e alla conoscenza dei nostri prodotti. Su tutte questi concetti bisognerebbe investire ancora di più, imparando a considerarli come base per ogni tipo di professione nel settore horeca. Solo così si può lavorare davvero come cameriere o come barista, diventando, se già non lo si è, risorse sulle quali investire, e non considerare più queste professioni come semplici “lavoretti”.
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