Essere sostenibili, una scelta che si compie ogni giorno. Tutti lo dicono. Alcuni lo fanno davvero. ISA, azienda con oltre 60 anni di storia nella produzione della refrigerazione professionale, è tra questi.
A partire dal Protocollo di Montreal, fine anni ’80, che ha stabilito l’inutilizzabilità di sostanze nocive per l’ambiente e poi gli accordi di Kioto, uno dei più importanti strumenti giuridici per combattere i cambiamenti climatici, ISA ha iniziato la sua trasformazione per uno sviluppo sostenibile.
“Non c’era nessun obbligo negli anni ’90 – racconta Marco Giulietti, amministratore delegato ISA -, ma la nostra sensibilità sui temi della sostenibilità ci ha portato, spesso, ad anticipare il quadro normativo di riferimento. Così siamo stati precursori nel capire l’importanza di preoccuparsi delle questioni ambientali e della riduzione dei consumi energetici”.
Con un fatturato di 120 milioni (2022), ISA è un’azienda tutta italiana con oltre 700 persone tra donne e uomini. Una realtà che si sviluppa su un’area di 280.000 mq. su cui prendono forma gli impianti di produzione, la logistica, gli uffici, lo show-room espositivo e il museo aziendale. Con i suoi cinque marchi, ISA, COF, Tasselli, Hizone e Abaco, produce e distribuisce in 120 Paesi del mondo tecnologie per la refrigerazione e arredamenti per bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, gastronomie, laboratori alimentari, supermercati e grande distribuzione.
“Abbiamo una visione inclusiva della sostenibilità – continua Marco Giulietti – che comprende gli aspetti economici, sociali e ambientali. Per questa ragione lavoriamo con grande attenzione alla crescita delle persone anche attraverso una Academy interna che si occupa proprio di offrire ai collaboratori una formazione sotto il profilo delle competenze trasversali. Siamo convinti che le aziende crescono solo se insieme a loro anche le persone crescono”.
Per contribuire all’abbattimento del riscaldamento globale, da oltre 15 anni ISA utilizza gas refrigeranti naturali che hanno un impatto irrilevante sull’effetto serra, non sono tossici e presentano un Global Warming Potential estremamente basso.
“Stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo Net Zero nel 2030 – ci spiega il dott. Giulietti -. Ciò significa che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dalla nostra attività vengono gradualmente ridotte al minimo e, dove non sia possibile ridurle, vengono compensate attraverso altre attività, così da azzerare il nostro impatto rispetto all’effetto serra”.
Il cammino è lungo, ma ISA è una di quelle realtà industriali che rappresenta un modello di eccellenza. Come dimostrano le scelte fatte in tanti anni: dall’impianto fotovoltaico all’utilizzo di energia proveniente solo da origine rinnovabile; dal riscaldamento a pavimento, anche nel polo produttivo, all’impegno a soddisfare tutti e tre i parametri di Greenhouse Gas Protocol, scope 1 – 2 – 3, che esprimono il quadro di riferimento globale per la misurazione e la gestione delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dall’attività industriale.
Completa la green attitude di ISA il Bilancio di Sostenibilità, ispirato ai più diffusi standard di rendicontazione non finanziaria, il documento è stato realizzato con il supporto del team Sustainability di The European House – Ambrosetti, in linea con la metodologia certificata, PWC.