A metà gennaio 2021, AllaDiscoteca.com, un sito che per fortuna non dà spazio solo a dj & perditempo assortiti, fece quattro chiacchiere con Michele Piagno, barman attivo a livello internazionale. Con la sua famiglia gestisce poi l’enoteca Vecchia Pretura di Codroipo, una cittadina di 15.000 situata in provincia di Udine.
“La nostra situazione, come ristoratori, è tragica”, disse allora Piagno. “La politica è riuscita nell’impresa di dividere gli italiani creando una guerra tra poveri. Leggere sui social commenti terribili su noi ‘ristoratori untori che fanno solo nero da decenni’ fa male. Oltre che dimenticati dallo stato, che ci ha dato ristori gravemente insufficienti, siamo odiati da troppi.”.
E oggi? Com’è la situazione due mesi dopo? Oggi che le vaccinazioni sono iniziate e si intravede la luce in fondo al tunnel dalla pandemia, le autorità riescono almeno a comunicare i cambi di colore delle diverse regioni con tempestività?
“Purtroppo non è cambiato niente”, racconta sconsolato Piagno. Ci sentiamo alle 10 di un mercoledì di inizio marzo 2021 e il suo locale è aperto, sia pure con le consuete restrizioni. “Però non molliamo. Stiamo facendo il carico dei frigoriferi, rifornendo il magazzino, ricaricando le spine della birra. E stiamo preparando per il fine settimana la linea dei piatti, ovvero arrosto, spezzatino, etc”, continua Piagno, che è riuscito a trasformare il suo locale serale in un bar / ristorante per pranzi di lavoro.
Ma che succede due giorni dopo, ovvero venerdì 10 marzo alle 14, senza ? Il Friuli entra in zona arancione e i ristoranti possono solo fare asporto e delivery. E così Piagno e tanti suoi colleghi buttano via lavoro e soldi.
“E’ difficile non lasciarsi andare alla disperazione, perché ci vorrebbe solo un po’ di organizzazione a rendere la vita meno impossibile di così ai ristoratori. Persone a me vicine hanno speso molto denaro per rinnovare attività in montagna, certe che la stagione sciistica sarebbe partita, sia pure con tante limitazioni. Bastava comunicare con anticipo le decisioni prese per subire solo il danno, non anche la beffa”.
Le restrizioni tra l’altro sembrano riguardare solo scuola, socialità dei giovani e locali. Supermercati e vita lavorativa scorrono ormai ‘normalmente’, senza che si ipotizzino soluzioni drastiche anche per questi luoghi…
“In un piccolo paese come Codroipo, è certo che i supermercati siano l’unico luogo un po’ affollato. Eppure quasi nessuno rinuncia a frequentarli. Credo sia colpa anche dei media se per troppi camminare per strada, con mascherina e a distanza, oppure prendere un caffè al bar sia ormai sinonimo di rischio assoluto”.
Com’è oggi la situazione per chi gestisce un locale e di chi lavora nel settore?
“C’è un esercito di persone a casa, che non lavora ormai da un anno. La nostra filiera, quella del ‘fuori casa’ è fatta da tante attività diverse: bar diurni, enoteche serali, discoteche, luoghi di ritrovo di vario tipo. Chi lavorava di notte e di sera e non è riuscito a cambiare quasi tutto del suo lavoro, oggi è in difficoltà assoluta. Ma non tutti possono farlo. Chiunque, dai dj ai posteggiatori passando per noi barman, dovrebbe invece avere la stessa dignità sociale di chi fa il notaio, il bidello, il medico o l’infermiere. Allargando il discorso anche a chi lavorava in fiere, hotel, cinema e spettacolo in generale, in troppi si sono dimenticati di noi. Non solo lo stato”.
A cosa stai lavorando in questo periodo, oltre a gestire il tuo locale?
“Sto preparando, ovviamente, qualcosa di buono da bere, se possibile di notte o almeno di sera con gli amici. Non posso ancora svelare nulla, ma sarà qualcosa che è legato a doppio filo con la mia terra, il Friuli. E poi ho iniziato a scrivere il mio secondo libro dopo “El Señor Mojito”. In quel libro, come dice il sottotitolo, ho dato cinquantuno ricette e alcuni segreti su un cocktail speciale. Questo nuovo volume, ancora senza titolo, proverà invece a raccontare tutta la magia delle notti italiane, dagli anni ’70 ad oggi. Ci saranno, ancora 51 cocktail che in qualche modo rappresentano un periodo irripetibile, pieno di divertimento, amori e momenti splendidi.
Nel tuo nuovo libro, ci saranno solo ricette di cocktail?
“Assolutamente no. Non voglio poi fare un sorta di Bignami dei cocktail più importanti della storia… Sarà invece proprio una sorta di cronaca divertente, confusa e divertita di tante notti. Accanto ai cocktail ci saranno anche 51 interviste, fatte tutte a nottambuli doc: dj, gestori di locali, artisti, musicisti, mie colleghi barman, giornalisti, PR, imprenditori. Perché la notte accoglie tutti, anche chi il giorno dopo si alzerà alle 6 per andare in cantiere o ad aprire la sua azienda. Capisco che scrivere oggi, con il coprifuoco, un libro dedicato alla magia della notte possa essere considerata un’impresa folle. Proprio per questo sento di doverla fare. Perché notte socialità, oltre che far divertire, servono eccome. Anche a chi di giorno fa un lavoro d’ufficio. Le migliori idee della mia vita le ho avute di notte, davanti ad un drink e di notte ho conosciuto molte delle persone più importanti della mia vita”.