Le colline dove si produce il prosecco ora sono diventate Patrimonio dell’Umanità! Riconosciuto quindi il valore unico di Conegliano e Valdobbiadene che ora fanno parte della lista mondiale dei 55 siti Unesco.
Il prosecco di Valdobbiadene e Conegliano ora ha un riconoscimento in più, visto che le colline dove è prodotto sono state dichiarate patrimonio dell’umanità Unesco nella cerimonia di Baku dal World Heritage Commettee che è composto dai rappresentanti di 21 stati che valutano le candidature.
Il primo a festeggiare è stato naturalmente il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che in un tweet ha dichiarato: “Grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese. A fargli eco, poi, sia Salvini che Di Maio: “Evviva”, e “bella notizia per tutto il sistema-Paese”.
Una candidatura che è stata preceduta da polemiche, visto che i territori del prosecco avevano provato ad aggiudicarsi i riconoscimento anche lo scorso anno, ma avevano mancato l’obiettivo per due voti. La candidatura è in piedi dal 2010, e nel 2017 era stata sostenuta dal Ministro Martina, che aveva ricevuto appunto molte polemiche da associazioni ambientaliste, che erano preoccupate per l’uso di pesticidi e di colture intensive nell’utilizzo del prosecco. va sottolineato che le colline di Conegliano e Valdobbiadene sono le uniche ad aver ottenuto questo riconoscimento. In Piemonte nel 2014 i paesaggi di Langhe-Roero e Monferrato hanno avuto il riconoscimento nel 2014.
Nella motivazione dell’Unesco si legge: “la zona include una serie di catene collinari, che corrono da est a ovest, e che si susseguono l’una dopo l’altra dalle pianure fino alle Prealpi, equidistanti dalle Dolomiti e dall’Adriatico, il che ha un effetto positivo sul clima e sulla campagna. Se Conegliano ospita molti istituti legati al vino, Valdobbiadene è invece il cuore produttivo dell’area vinicola. I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne è sempre stata nelle mani di piccoli produttori. È grazie a questo grande, pacifico esercito di lavoratori e grazie all’amore per la loro terra che è stato possibile preservare queste bellissime colline e creare un forte legame tra l’uomo e la campagna. Il risultato di questo forte legame è uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra”.
Una vittoria che consacra le particolarità geomorfologica di queste colline del prosecco che rappresentano una ricchezza paesaggistica ed economica, con 464 milioni di bottiglie vendute lo scorso anno prodotte su oltre 24.000 ettari di vigneti. Nel 2019 le vendite sono aumentate del 21%, ed il prosecco made in italy è quello più esportato.
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