In vigore dal 6 marzo scorso la nuova legge nazionale che impone l’innalzamento dal 12 al 20% della percentuale di succo d’arancia nelle bibite a base di questo agrume prodotte in Italia.
Servite succo d’arancia confezionato nel vostro locale? Allora questa notizia potrà interessarvi, visto che è in vigore una nuova legge nazionale che impone di alzare la percentuale di succo d’arancio dal 12 al 20% in tutte le bibite a base d’arancio. Una norma che mira all’aumento della qualità dei prodotti, frenando così la produzione di bibite con bassissime percentuali di succo naturale.
L’obiettivo è la salute dei consumatori e la promozione di un corretto stile alimentare, per prevenire malattie come obesità e diabete. Tutte le imprese produttrici dovranno quindi rivedere i loro piani e ridurre l’utilizzo di aromi artificiali e di zucchero. Coldiretti commenta la nuova legge sottolineando come essa sia un successo anche per i produttori: “Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. Una situazione che – denuncia la Coldiretti – alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto delle regole”. L’ultimo obiettivo ora è l’obbligatorietà in etichetta dell’indicazione di origine della frutta.
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