Se centellinando il vostro bicchiere di vodka in una fredda e brumosa sera, oltre ad interrogarvi sulla vita e il destino, come a suo tempo i grandi scrittori russi, vi siete persino chiesti quale Paese benemerito ha dato i natali alla trasparente bevanda, eccovi accontentati: la Mongolia.
Fu il mitico conquistatore Gengis Kan a far conoscere, dall’Asia all’Europa, il suo nettare preferito. Il suo nettare e la sua ferocia: tra un sorso e un altro si dice che ammazzò qualcosa come quaranta milioni di persone. Gli atleti più ammirati della Mongolia sono i Wrestler, che si affrontano in sfide pericolosissime mentre gareggiano a chi tracanna di più, tanto che non è sempre chiaro se l’avversario atterrato è stato battuto dal gigante di turno o dall’alcol.
Il distillato più diffuso è l’AIRAG, ricavato da latte di cavalla fermentato. Quando si viene invitati ve lo offriranno sorridenti e cordiali. Nessun timore, la gradazione alcolica è piuttosto bassa. Ma se mentre lo state gustando vi interrogate sul suo strano sapore senza riuscire a centrarlo esattamente, sono qui a togliervi ogni dubbio. Si, sa proprio di piscio. Del resto, per non offendere il padrone di casa è sufficiente berne tre ciotole. Esiste anche una pianta, l’“olivello spinoso”, le cui bacche servono per produrre una sorta di vino, o possono essere gustate al naturale, essendo dolci e rinfrescanti.
Ma la Mongolia produce essenzialmente vodka, dappertutto e facendo fermentare e distillare un po’ di tutto, compreso il latte di cammella (HIMIN ARCHI). L’eccellenza è rappresentata dalla vodka APU, in gran parte esportata. La sua produzione segue un disciplinare unico al mondo. Invece di un solo filtraggio se ne eseguono ben otto, e il filtro contiene addirittura diamanti e perle nere. Infine l’unione con l’acqua, che scaturisce da una fonte antica ottocentomila anni, avviene in un ambiente musicale. La scelta non è ricaduta su Mozart o Chopin: la loro classica è composta da versi che replicano quelli degli animali. Dopo di che si ha davvero bisogno di un goccetto.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.